REDAZIONE PRATO

Bloccata con la droga. La pratese a Tel Aviv rimarrà in carcere

Daria Franchi, ex modella, ha ammesso i fatti e ha detto di aver agito da sola. Nel suo bagaglio sono stati trovati 5 chili di ketamina e 5 di Mdma.

La polizia israeliana all’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv

La polizia israeliana all’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv

Resterà in carcere per tutta la durata del processo Daria Franchi, la pratese di 37 anni che venerdì 24 gennaio è stata fermata all’aeroporto di Tel Aviv con droga nella valigia. L’ex modella – che è stata trovata con cinque chili di ketamina e cinque chili di Mdma – ha ammesso tutto e ha detto di aver fatto tutto da sola. Ha riferito di essere arrivata da Atene e di aver fatto scalo a Tel Aviv, dove è stata poi pizzicata con la droga nel bagaglio. La pratese si è difesa dicendo di aver agito perché aveva bisogno di soldi per problemi personali.

Insomma per ora Daria Franchi resta nel carcere femminile a 30 chilometri da Tel Aviv dove rimarrà per tutta la durata del processo. Il caso della pratese è seguito con attenzione dalla Farnesina. Nei giorni scorsi il console ha parlato con la donna e le ha riportato i messaggi della famiglia. L’ha anche rassicurata sul fatto che il Ministero degli Esteri e l’Ambasciata italiana in Israele stiano seguendo il suo caso. Pare che alla ragazza, su richiesta dell’avvocato, il giudice abbia concesso la la possibilità di telefonare alla sua famiglia.

Dai particolari emersi nelle ultime ore è stato possibile ricostruire il ‘viaggio’ della pratese, che prima di toccare Israele e di essere bloccata all’aeroporto Ben Gurion con la droga sintetica in valigia aveva fato altre tappe. Secondo quanto appreso, Daria Franchi sarebbe partita dall’Italia sabato 18 gennaio. Avrebbe informato la famiglia – la madre e il fratello vivono a Prato mentre il padre risulta residente in Puglia – di partire per un viaggio di piacere. Prima di arrivare a Tel Aviv sarebbe passata da Barcellona e Amsterdam, dove potrebbe essersi incontrata con qualcuno. Poi Atene e il 24 gennaio l’arrivo a Tel Aviv, dove si sono perse le sue tracce.

La madre, non avendo più avuto notizie di lei, ha sporto denuncia di scomparsa in Questura a Prato. Qualche giorno dopo è stata informata di quello che era accaduto. Quando Daria è atterrata a Tel Aviv era sola. Allo scalo è stata fermata per un controllo dalla polizia israeliana che ha trovato nella sua valigia il grosso quantitativo di droga, ketamina e Mdma. Dieci chili in tutto. La polizia israeliana l’ha messa in stato di fermo con la pesante accusa di traffico internazionale di stupefacenti e portata in carcere.

Sono in molti a Prato a conoscere Daria Franchi, che ha un passato da modella e di ballerina in alcune discoteche fiorentine, e in questi giorni la notizia è rimbalzata in città e anche a Firenze. Pare comunque che la donna da una quindicina di anni si facesse vedere poco a Prato, sebbene risulti ancora residente con la madre. Da allora i suoi interessi e la sua vita si sono spostati quasi completamente a Firenze. In questi giorni la famiglia ha preferito non rilasciare dichiarazioni limitandosi a dire che si tratta di una "questione delicata".

Il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli sta seguendo personalmente il caso di Daria Franchi "sia perché si tratta di una mia concittadina, una pratese – ha spiegato i giorni scorsi in un’intervista a La Nazione – sia sia perché ci sta a cuore il destino di tutti gli italiani che si trovano reclusi all’estero", ha detto.