
Un venditore della Bofrost
Prato, 8 aprile 2015 - Arriva a Montemurlo una nuova grande sede per la «Bofrost» e scattano le assunzioni. Il progetto di ampliamento presentato all’amministrazione comunale è in fase di decollo e così il gigante specializzato nella vendita di prodotti surgelati, adesso ha aperto una selezione per ampliare il personale. Il piano industriale infatti prevede il passaggio da 40 a 60 dipendenti: per candidarsi ai posti di lavoro è possibile inviare il proprio curriculum dal sito www.bofrost.it nella sezione «lavora con noi». Si cercano venditori da asumere con contratti di commercio che prevedono 14 mensilità. I venditori si occuperanno in particolare della vendita su catalogo a domicilio dei clienti. L’azienda che ha sede a Bagnolo, da tempo ha presentato un piano di ampliamento che prevede la realizzazione di aree interne dedicate agli inventari e al carico degli automezzi refrigerati, con celle frigorifere, spazi dedicati agli uffici e una sala per le attività di formazione e coordinamento dei venditori, mentre all’esterno è prevista la realizzazione di aree coperte appositamente studiate per rendere il più agevole possibile il carico degli speciali automezzi. La nuova sede sarà in via Strozzi.
Le aperture toscane di Bofrost sono inserite in un più ampio piano di sviluppo in Italia: negli ultimi due anni sono già state aperte due filiali in Sicilia e due a Milano e Roma. Il Comune di Montemurlo mette così a segno un nuovo colpo e continua ad attestarsi come l’area preferita dalle aziende per realizzare i propri stabilimenti.
Tra l’altro fu proprio la «Bofrost» ad essere al centro di una diatriba che vide il sindaco Lorenzini schierarsi in prima persona in difesa dell’azienda di surgelati arrivando a scrivere anche una lettera al premier Renzi: il problema riguardava un cavo dell’alta tensione che attraversa il terreno acquistato dalla Bofrost per costruire la nuova sede. Per spostare il cavo, naturalmente a spese del colosso dei surgelati, sono stati necessari decine di permessi ed altrettanti pareri ad enti di livello nazionale come ad esempio Enac. Una situazione paradossale, poi sbloccata, che però convinse il primo cittadino a denunciare l’assurdo della burocrazia. Adesso è tutto risolto e scattano le assunzioni.