PRATO
Resta altissima la tensione sul caro energia. Anche ieri la Borsa di Amsterdam ha toccato cifre da capogiro sfondando il tetto dei 300 euro. Le imprese viaggiano a vista. Allungando le ferie, sospendendo la produzione per qualche giorno, attivando strumenti di ammortizzazione per mettere in sicurezza il reddito dei lavoratori e ancora sospendendo gli investimenti. Si aspettano un autunno di cassa integrazione i sindacati. "Non è da escludere che ci sia un ricorso in massa agli ammortizzatori sociali", spiega Rodolfo Zanieri, Uil tessili. "Il problema è che sospendendo la produzione le imprese rischiano di perdere clienti interessati a migrare verso la Turchia come possibile alternativa all’Italia. Se il governo non impone un tetto al prezzo del gas non sarà possibile uscire dall’impasse".
Un autunno di ordini e cassa integrazione come nella peggiore trama di un film dell’orrore. "Il lavoro ci sarebbe anche, ma con i costi attuali la produzione non è sostenibile", aggiunge Zanieri. Parla di responsabilità di filiera Massimiliano Brezzo, Cgil tessile. "L’unico modo di salvare il distretto è spalmare i costi su tutta la filiera applicando la solidarietà tra imprese per non lasciare sole le aziende costrette a costi esorbitanti". Brezzo auspica una soluzione politica del problema: "In attesa che arrivino provvedimenti concreti il solo modo di salvaguardare il distretto è spalmare i costi su tutta la filiera. Le aziende conto terzi sono strozzate da sempre, adesso a maggior ragione senza aiuti non andranno avanti", chiude la Cgil. Giovedì l’accorato appello di Confindustria alla politica. La sfida tra i candidati è aperta. Il Pd propone una ricetta con due ingredienti: "Un tetto nazionale al prezzo dell’elettricità e compensare fino al 50 per cento degli extracosti delle imprese per gas ed elettricità", dice Tommaso Nannicini, candidato all’uninominale della Camera per l’area Prato, Pistoia e Mugello. Nannicini non manca di criticare chi ha fatto di tutto per portare il Paese alle elezioni anticipate: "Una follia – il commento – almeno però ora vadano oltre gli interessi di parte".
Erica Mazzetti, candidata all’uninominale per il centrodestra, invoca un cambio di strategia energetica: "Zero burocrazia per tutti gli impianti, accelerata sulle fonti autoprodotte ma anche sostegni nel breve e medio periodo dal governo e dall’Unione europea". Infine la deputata uscente: "Ci impegniamo, inoltre, da vera forza europeista, a chiedere un recovery plan solo per l’energia". Chiara bartalini (M5S): "onte aveva chiesto sei mesi fa di stabilire un tetto nazionale ai costi dell’energia. Una proposta che è stata stralciata - dice -. Invito gli altri candidati a un confronto diretto sul tema"
Silvia Bini