Prato, 2 marzo 2016 - Primo faccia a faccia ieri nell’ufficio del procuratore capo Giuseppe Nicolosi tra i magistrati di Vicenza e quelli di Prato in merito all’inchiesta della BpVi. Due filoni che, come è emerso dagli ultimi incontri, saranno tenuti separati ancora a lungo. La super assemblea dei soci prevista per sabato a Gandellara, in un capannone industriale pronto ad accogliere almeno 10.000 persone e per la quale sono previste innumerevoli misure di sicurezza, potrebbe delineare nuovi sviluppi, e il summit andato in scena ieri è servito soprattutto per mettere a punto un confronto di tipo investigativo su quelli che sono attualmente gli elementi in mano ai magistrati. Intorno al tavolo, con Giuseppe Nicolosi, c’erano il colonnello della Guardia di Finanza, Amedeo Farruggio, il tenente della polizia tributaria Bruno Baldini, i sostituti procuratori titolari dell’inchiesta Laura Canovai e Lorenzo Boscagli, due magistrati di Vicenza e alcuni finanzieri del nucleo veneto.
L’incontro era finalizzato a uno scambio di informazioni, in base alle quali verranno effettuate e pianificate le prossime mosse. Per il momento non trapela niente di più dagli uffici del procuratore, se non che gli indagati relativi all’inchiesta di Prato ‘per estorsione’, come già emerso, ammontano a 16, tra cui l’ex direttore generale della Banca Popolare di Vicenza, Samuele Sorato.
Gli indagati, come noto, avrebbero venduto azioni dell’istituto a imprenditori del territorio dietro la minaccia di non accogliere le domande di fido. In tutto questo ci sono 500 azionisti truffati e infuriati, a maggior ragione dopo la notizia dell’aumento degli stipendi nel 2015 dei vertici della banca, tra trattamenti di fine rapporto e buonuscite (4,8 milioni), saliti del 9%, a dispetto degli azionisti che hanno visto le quote precipitare. Nel corso dell’esercizio infatti sono stati pagati 16,7 milioni a fronte degli 11 corrisposti nel 2015 (+52%). Aspetto che ha fatto scattare l’idea di aprire altri filoni di inchiesta relativi ad associazione a delinquere e falso in bilancio. Ieri intanto la Bce ha inviato una lettera al cda riguardante l’aumento di capitale per 1,5 miliardi, la trasformazione in spa e la quotazione in Borsa, vicende in mano all’assemblea di sabato. Una nota, quella della Bce, che verrà letta durante l’assemblea dove si sottolinea come «la Popolare di Vicenza è ad un bivio, nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza».