Bugetti incontra i pratesi a Pitti filati: "Le sfide per un 2024 meno nero"

Il debutto in veste di sindaca: "Obiettivo: stare vicino al distretto intercettando risorse nazionali ed europee"

Bugetti incontra i pratesi a Pitti filati: "Le sfide per un 2024 meno nero"

Bugetti incontra i pratesi a Pitti filati: "Le sfide per un 2024 meno nero"

Bene anche la seconda giornata a Pitti filati, edizione numero 95, che si è aperta con sentimenti contrastanti per le 31 filature pratesi. Da una parte le aziende sono arrivate in fiera con l’affanno per un 2023 per niente brillante, per alcune reso ancora più difficile dall’alluvione di novembre scorso e un primo semestre 2024 zoppicante con pochi ordini e calma piatta sul mercato, dall’altra gli stand hanno brulicato da subito di diverse presenze, molte dal Far East (Giappone, Corea e anche Cina) e dagli Stati Uniti. Ieri gli imprenditori pratesi hanno ricevuto la visita di Ilaria Bugetti, al suo primo Pitti Filati in veste di sindaca.

"Il momento è complesso ma ho registrato un clima di fiducia tra i nostri imprenditori. Dobbiamo sapergli stare vicino", ha detto alla fine del giro durante il quale ha avuto occasione di raccogliere la loro testimonianza diretta sulla situazione attuale.

"Tutti coloro che ho incontrato mi hanno fatto presente che preoccupa il calo dei consumi e lo stallo che si registra sugli ordini. C’è speranza sulla seconda parte dell’anno e la presenza di tanti clienti e visitatori in fiera fa ben sperare. I segnali di una ripresa ci sono", ha aggiunto Bugetti valorizzando la capacità dei pratesi a rispondere subito ai cambiamenti di mercato. "La strada è quella della qualità e delle certificazioni. A noi istituzioni, spetta il compito di stare vicino al distretto supportandolo con servizi adeguati e con azioni di coordinamento che sappiano intercettare risorse nazionali ed europee per le progettazioni singole e di sistema dedicate all’economia circolare, alle produzioni green, alla transizione energetica e all’innovazione tecnologica". Sono questi i temi su cui secondo Bugetti "è possibile avere attenzione da Bruxelles e da Roma, e su cui le aziende possono ottenere vantaggi competitivi e valori aggiunti da spendere sui mercati internazionali".

Le voci degli imprenditori in fiera sono piene di speranza per il futuro a partire da stand affollati. "Abbiamo ricevuto molti americani – dice Laura Benesperi della Bemiva – I primi mesi dell’anno stati duri, ma si sta è recuperando con la produzione estiva, siamo allo stesso livello dello scorso anno. Per la ripresa si deve aspettare settembre. La collezione autunno-inverno 2025-26, che presentiamo a Pitti, è come sempre di alto livello con sempre più fibre naturali per l’ecodesign. Progettiamo i nostri filati pensando ad una durevolezza nel tempo del capo grazie a materie ecosostenibili. Dunque per noi sono importanti le collaborazioni con le lavorazioni del distretto e per questo è importante, per garantire un prodotto tracciabile, che si arrivi alla certificazione della filiera. E’ un grande valore aggiunto che ci permette di essere competitivi. Il Made in Italy va protetto". Giulia Corrieri della Cofil ribadisce l’importanza del servizio per i clienti "con produzioni anche piccole. La nostra collezione di fascia più alta è tutta certificata: le certificazioni di sostenibilità sono ormai una condizione essenziale per stare sul mercato". Stefano Borsini, titolare di Igea oltre che componente del Comitato tecnico di Pitti Immagine, sostiene che "Pitti sia un bel richiamo per il Far East: in questa mostra riesce ad avere una rappresentanza completa di filati italiani di qualità". Tra i filati non più boicottati c’è il mohair, apprezzato grazie alle certificazioni di sostenibilità. "I filati fantasia non vanno male – conclude Borsini – come l’aguglieria, che sta viaggiando molto bene nel Nord Europa, dove c’è voglia del fatto a mano".

Sara Bessi