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Le Pagliette del Buzzi e gli autori della rivista insieme sul palco del Politeama Pratese
L’economia circolare che ha reso Prato, in passato e ancora di più oggi, capitale tessile del mondo non poteva non toccare, con le virtù del riuso, anche la rivista del Buzzi.
E qui, sul palco del teatro Politeama, durante le prove generali, non si parla solo di cardato, bensì di scenografie, oggetti di scena e costumi. Tutti realizzati all’insegna della sostenibilità dalle maestranze dietro le quinte dello spettacolo allestito dalle "Pagliette". A raccontarla è Nicoletta Coppini, la costumista dello show, una delle poche donne ammesse. E’ lei che trova con una paziente ricerca, durante tutto l’anno, abiti vintage adatti per ballare, scarpe con il tacco in numeri da uomo, fino al 47, per gli attori.
"La mia ricerca è costante, nel caso della rivista di quest’anno, la storia è contemporanea, quindi ero facilitata anche se i costumi devono essere comunque sempre esagerati, per attirare l’attenzione. Le scarpe devono avere la punta arrotondata e il tacco non a spillo, ma più largo e comodo, altrimenti questi ragazzi non ci camminerebbero, figuriamoci ballarci. Ho adoperato abiti usati che mi aiutano con le taglie, inoltre sono di ispirazione per i tessuti che le aziende del distretto ci regalano, poi li ristrutturo in base alla gag o ai personaggi. E’ capitato che una gonna d’epoca con stoffa sgargiante sia diventata un gilet. E’ faticoso ma anche molto divertente". La filosofia del riuso non è la sola che guida la costumista Coppini c’è anche l’idea fissa della beneficenza: "Anch’io ho fatto il Buzzi e ho il cuore verde e nero, tutto quello che riusciamo a risparmiare viene devoluto in opere meritevoli, come agli alluvionati del 2023".
Dietro le quinte dello spettacolo c’è pure Tommaso Daly, il capo scenografo che coordina il gruppo dei 30 ragazzi montatori di fondali, con precisione cronometrica: "La cosa più difficile? Ricreare in polistirolo la fontana del Bacchino e poi direi rispettare tutti i cambi di scena. Infatti, il sipario – spiega – non viene mai chiuso, quindi in pochi secondi, a vista del pubblico, bisogna passare all’ambientazione successiva. Solo durante le prove generali si riescono a capire tutte le tempistiche. Un lavorone, anche se riuscire a riprodurre l’interno di un’abitazione con mobili di riciclo trovati dagli svuotacantine, è stato ganzo oltre che sostenibile".
La rivista "Sappitù chiestao" – per la prima volta con trama poliziesca – andrà in scena dal 27 al 29 marzo alle 21, con il doppio finale di domenica 30 alle 16.30 e alle 21. I biglietti si trovano al Politeama, nei Boxoffice e su www.ticketone.it.
Una tradizione a cui Prato non rinuncia, visto che i biglietti sono già molto richiesti, e che fa proprio della tradizione materiale per lo spettacolo: uno degli sketch parla dei sedani alla pratese. E gli studenti del Buzzi vogliono partecipare se non nel cast, almeno dietro le quinte. E’ il caso di due figure importantissime che durante la rivista dettano i tempi delle gag, ovvero i "buttadentro", Andrea Bartoli e Matteo Ridolfi, capaci di scovare gli attori ritardatari non solo nei camerini, ma anche al bar. Poi gli allievi più giovani fanno volentieri l’accoglienza del pubblico nelle serate al Politeama. In tutto si tratta di 200 persone.
A tirare le fila di tutto sono le parole del produttore e decano delle Pagliette, Gabriele Villoresi: "Il momento più bello è quello della creazione della rivista finita, quando tutte le parti che fino a quel momento hanno provato separate e senza costumi, si incastrano perfettamente insieme".
Elena Duranti