REDAZIONE PRATO

Lacci proibiti per cacciare, denunciato bracconiere

I cordini di acciaio sequestrati a Sofignano dalla polizia provinciale

Gli agenti della Provinciale con i lacci sequestrati

Prato, 15 settembre 2016 – Un laccio di acciaio a forma di cappio lasciato sul terreno e circondato da esche appetitose per attirare animali selvatici. Una trappola senza di via di scampo per le povere bestie che gli agenti della Polizia provinciale di Prato hanno sequestrato a Sofignano nel comune di Vaiano.

Non conosce sosta la lotta contro il bracconaggio da parte della Polizia Provinciale che, con quest'ultima azione, ha messo a segno un ulteriore colpo all'utilizzo di mezzi di caccia vietati, oltretutto in un periodo di divieto generale. L'intervento è avvenuto nei giorni scorsi quando gli agenti, dopo precedenti verifiche, sopralluoghi e indagini, hanno sorpreso in flagranza di reato una persona che stava posizionando un laccio in cordino di acciaio per la cattura di fauna selvatica. La trappola era posizionata in un passaggio creato dalle bestie nella recinzione di un terreno, al transito degli animali questi restavano impigliati per il collo, fino anche a morire.

Per attirare i selvatici erano state disseminate anche delle esche di mais e mele, alimenti particolarmente appetiti da istrici e cinghiali. Ulteriori controlli hanno permesso di rinvenire un secondo laccio in cordino di acciaio di grosse dimensioni (idoneo per la cattura di ungulati come cinghiali e caprioli) e una intera matassa di cavo all'interno di una baracca di proprietà del denunciato.

Quest'ultimo, sprovvisto di licenza di caccia, è stato denunciato alla Procura per esercizio di caccia mediante mezzi vietati e in periodo di divieto generale, tutto il materiale rinvenuto è stato invece posto sotto sequestro penale. “Anche la semplice detenzione di mezzi di caccia illeciti è vietato – ricorda il comandante Michele Pellegrini – Il solo possesso di trappole, tagliole e lacci è quindi soggetto a denuncia penale".