Cadavere bruciato alla Ferruccia. Il processo al cognato dalla vittima . Chiesta perizia sulle intercettazioni

Per la prima volta dopo dieci mesi si sono trovati faccia a faccia la figlia di Cini e il presunto assassino. Nell’aula bunker di Firenze presenti anche il fratello, la sorella e l’ex moglie: tutti costituiti parti civili.

Cadavere bruciato alla Ferruccia. Il processo al cognato dalla vittima . Chiesta perizia sulle intercettazioni

Daniele Maiorino, 57 anni, a processo in Corte d’Assise (foto d’archivio)

Per la prima volta dopo dieci mesi si sono trovati faccia a faccia. Lui, il presunto omicida, e tutta la famiglia della vittima, che è in parte anche la sua. Daniele Maiorino si è presentato ben vestito, giacca scura, viso sbarbato e pulito e lo sguardo sereno, nonostante la tensione del momento, ieri mattina nell’aula bunker del tribunale di Firenze, davanti ai giudici della Corte d’Assise, presidente Silvia Cipriani. Un’udienza tecnica, quella di ieri, la prima del processo per l’omicidio di Alessio Cini, 58 anni, tecnico tessile alla Microtex di Prato, ucciso brutalmente e poi dato alle fiamme all’alba dell’8 gennaio, nel piazzale della sua villetta in via Ponte dei Baldi alla Ferruccia di Agliana. Daniele Maiorino, 57 anni, operaio, cognato della vittima (marito della sorella dell’ex moglie) è imputato con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dal vincolo di parentela, e dall’aver agito con sevizie e crudeltà (articoli 575 e 577 del codice penale). E ieri mattina c’erano proprio tutti. Maiorino all’inizio era seduto nelle celle, davanti alla schiera dei suoi famigliari: la figlia di Cini, Vittoria, che si è costituita parte civile ed è rappresentata dall’avvocato Andrea Torre, suo curatore speciale l’avvocato Francesca Barontini. La ragazza, accompagnata da un gruppo di amici, si è seduta accanto allo zio Luca Cini, anche lui parte civile, assistito dallo studio Manzo, e la sorella Donatella, avvocato Ceccherini. Sempre in aula, ma distante dalla famiglia Cini, la mamma di Vittoria, ex moglie della vittima, Katiuscia Carrone, rappresentata dall’avvocato Ravagli di Pistoia. La tensione si è definitivamente sciolta quando Maiorino ha avuto il consenso a sedere accanto al suo legale, l’avvocato Katia Dottore Giachino del foro di Prato.

L’udienza è durata circa due ore, dalle 9,30, dedicata soprattutto alla costituzione delle parti civili. Il primo passo è stata la richiesta di una perizia sulle intercettazioni ambientali che hanno nutrito le oltre duemila pagine dell’ordinanza con la quale Maiorino è stato arrestato. Perizia che è stata richiesta dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, che ha diretto le complesse indagini dei carabinieri di Pistoia, e anche dalla difesa dell’imputato. Nella prossima udienza, il 9 gennaio, sarà nominato un perito fonico che avrà il compito di "ripulire" le intercettazioni ambientali, captate nell’auto dell’imputato. In esse è di fatto contenuta quella che, secondo la pubblica accusa, sarebbe la piena confessione dell’imputato, la rivelazione di dettagli che sarebbero noti solo a chi aveva commesso il brutale omicidio, ma anche un piano di fuga all’estero. La scelta, per la difesa, è ricaduta sulla dottoressa Pollio di Firenze.

Martina Vacca