Calciante morto a 31 anni. Caso archiviato e riaperto

Gaddo Giusti fu stroncato da un malore 37 ore dopo le dimissioni dal pronto soccorso. La famiglia ha fatto opposizione ottenendo una nuova udienza.

Calciante morto  a 31 anni. Caso archiviato e riaperto

Calciante morto a 31 anni. Caso archiviato e riaperto

Si era presentato al pronto soccorso di Prato accusando forti dolori al petto. Venne dimesso e dopo 37 ore è morto. Un caso molto delicato su cui la procura di Prato decise di fare accertamenti chiedendo, poi, l’archiviazione del fascicolo sulla base di una consulenza tecnica. Ebbene, per una mancata trasmissione dell’opposizione all’archiviazione presentata dalla madre del giovane, tramite il suo legale, l’avvocato Gerardo Marliani del foro di Pistoia, ora il caso è stato riaperto. La triste vicenda risale a fine luglio 2022 quando Gaddo Giusti, 31 anni, dipendente di una azienda di termo idraulica, che in passato aveva militato tra le fila dei Verdi partecipando a diverse edizioni della Palla Grossa, morì stroncato da un malore. La procura, dopo un anno di indagini, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo nei confronti di medici e infermieri che lo avevano avuto in cura, sulla base della consulenza nella quale i tecnici spiegavano che l’uomo era morto per una occlusione delle coronarie che aveva poi creato un coagulo di sangue. La mamma di Giusti, che abita nel pistoiese, non si è mai arresa e, tramite il suo legale, ha fatto opposizione all’archiviazione. Peccato che l’opposizione, presentata entro i termini, non sia stata trasmessa al giudice che ha deciso sulla sorte del fascicolo. Il gup dispose l’archiviazione ma senza sapere dell’opposizione e senza conoscere il contenuto della consulenza di parte. L’avvocato Marliani ha così fatto ricorso ottenendo l’annullamento dell’archiviazione e la fissazione di una nuova udienza. In questo modo il giudice potrà decidere anche sulla base della perizia fatta dai consulenti della famiglia di Gaddo.

La vicenda in effetti non è chiara. Giusti andò al pronto soccorso di notte accusando forti dolori al petto. Fu sottoposto a diversi esami e dimesso il giorno successivo. Nel referto i medici scrissero solo "dolore toracico". Quello che però emergeva dai referti rilasciati dall’ospedale era la presenza di un valore (la troponina) fuori dalla norma, un valore che sarebbe spia di problemi cardiaci o di un infarto in itinere. La consulenza della difesa, infatti, sostiene che Giusti presentava segnali "spia": i dolori al petto, difficoltà respiratorie, il valore fuori dalla norma. Tali sintomi, secondo i protocolli e secondo quanto sottolineato dalla consulenza della famiglia, sarebbero spia di una angina pectoris, di problemi cardiaci i quali sono stati poi riscontrati dall’autopsia. Giusti fu dimesso senza una diagnosi ma solo con una indicazione vaga di "dolore toracico", dicono i consulenti nella loro relazione. La famiglia chiede giustizia e vuole che un giudice terzo decida.

Laura Natoli