
Canile, il Comune sotto accusa: "Spieghi perché non è parte civile"
La bufera che si è abbattuta sul canile torna protagonista dopo il patteggiamento a tre anni dell’ex presidente dell’associazione ’Qua la zampa’ che gestiva la struttura.
"Questa vicenda è la dimostrazione della totale negligenza e dell’incompetenza dell’amministrazione del Pd, che ha fallito miseramente nel suo dovere di vigilanza e controllo", attacca Claudiu Stanasel del Centrodestra. "L’assenza di azione e la decisione di non costituirsi parte civile nel processo sono atti di una gravità inaudita, che evidenziano un disinteresse cronico e una mancanza di responsabilità morale verso la comunità e gli animali che dovevano essere protetti. Questa scelta incomprensibile priva il Comune e i cittadini non solo di un potenziale risarcimento, ma anche del diritto a una giustizia piena e completa. È scandaloso che il Comune, che dovrebbe essere il primo garante del benessere della comunità e dei suoi membri più indifesi, abbia dimostrato una tale indifferenza e mancanza di etica. La mancata partecipazione come parte civile non è solo un errore strategico, ma un tradimento della fiducia".
Non si fa attendere l’attacco anche del capogruppo Fratelli d’Italia Claudio Belgiorno: "Il dato politico rilevante è che il Comune di Prato, proprietario del canile, non si è costituito parte civile per avanzare pretese risarcitorie relative al danno di immagine e al danno economico derivati dalla vicenda. Su uno scandalo come questo, su una bufera che si è abbattuta su una struttura pubblica per la gestione della quale l’amministrazione comunale contribuisce con una spesa di mezzo milione di euro, davvero nessuno sente la necessità di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario?", attacca Belgiorno che ricorda come i consiglieri di Fratelli d’Italia nel 2019 siano stati tra i primi "a sollevare dubbi sulla mala gestione del canile".
Fratelli d’Italia inoltre ha presentato un question time e un’interrogazione all’assessore Sanzò e al sindaco Biffoni "sul perché il Comune non abbia agito e se intenderà farlo in sede civile". La bufera sul canile Il Rifugio scoppiò nell’aprile 2023 quando la presidente e tre guardie zoofile finirono ai domiciliari. L’inchiesta scoperchiò il malcostume diffuso nella gestione del canile portando alla luce diversi illeciti amministrativi sulla gestione dei cani.
Si.Bi.