Con lo sbocco verso Bologna chiuso, cantieri di vario genere aperti in più frazioni nella parte a nord di Vaiano, l’incognita del monte Le Coste e soprattutto, con le stesse strade alternative ancora nello stato in cui versavano a marzo, la Sr 325 e tutta la mobilità della Val di Bisenzio continuano ad essere il dramma quotidiano di pendolari e aziende. Con un comunicato congiunto i tre sindaci, Guglielmo Bongiorno – anche in veste di presidente in carica dell’Unione dei Comuni – Francesca Vivarelli e Maria Lucarini esprimono la propria opinione. "Le amministrazioni locali della Val di Bisenzio – spiegano - sono in prima linea, ogni giorno, per difendere cittadini e aziende e per richiedere soluzioni sui problemi della mobilità, con particolare attenzione alla Sr 325. Gli enti locali sono gli unici che stanno intervenendo, la Regione ha appena assegnato 4 milioni di euro per le somme urgenze, mentre il Governo non ha mai risposto alle nostre reiterate richieste di aiuto. Sono di questi giorni i cantieri che interessano la viabilità dell’intera arteria e che provocano disagi per il traffico veicolare: da Vernio fino a Vaiano diversi sono i lavori che insistono sulla strada. Ai vari interventi sulla Sr 325, che nel Comune di Cantagallo riguardano i lavori del Ministero dello Sviluppo economico, si aggiungono i cantieri della Provincia di Prato per la messa in sicurezza stradale ad Usella e della Città Metropolitana di Firenze per la sistemazione dei marciapiedi a Vernio". E continuano, rammentando il recente trasferimento da parte della Regione Toscana di 4 milioni di euro per i lavori di somma urgenza per le frane che hanno interessato le zone della Pusignara a Vernio e Le Coste a Vaiano. "Sono cifre importanti – proseguono - messe a disposizione del territorio in tempi rapidissimi. È chiaro quindi che, anche se le competenze sullo snodo viario principale della Vallata non sono dei Comuni, le amministrazioni locali sono impegnate quotidianamente per gestire le problematiche che provocano disagi alla popolazione e le relazioni con gli enti che - a titolo diverso - lavorano per migliorare una situazione che progressivamente mostra sempre di più i suoi limiti strutturali. Proprio per superare questi limiti, i Comuni lavorano da tempo con la Regione e la Provincia, insieme alle categorie economiche e sociali, per trovare soluzioni strutturali utili a definire un nuovo sistema di mobilità". Da tempo "chiediamo che la situazione della Sr 325 venga affrontata a livello nazionale, con l’obiettivo di superare la dimensione di viabilità locale e considerare strategico il sistema di mobilità della Vallata, anche perché vede coinvolti sia l’area metropolitana di Prato, che i collegamenti alternativi, ma non per questo secondari, con la Regione Emilia-Romagna". E a proposito di Emilia Romagna, il dialogo all’interno della Cabina di Regia sul Tpl, interrotto – come ci ha spiegato la Regione – per via del cambio di gran parte degli interlocutori dopo le elezioni di giugno, dovrebbe riprendere dopo le amministrative emiliane. "Abbiamo chiesto – continuano i tre sindaci - ed ottenuto che la Regione Toscana finanziasse lo studio per i progetti sulle viabilità alternative ed abbiamo l’impegno del presidente Giani e dell’assessore Baccelli a condividere - entro breve tempo - le soluzioni con le categorie sociali ed economiche". E, se per la restituzione degli studi sull’ottimizzazione del Tpl si aspetta di riprendere il dialogo con l’Emilia, per la condivisione delle prime ipotesi sulla viabilità alternativa la Regione annuncia di incontrare enti locali e associazioni di categoria nei primi mesi del 2025. "A questo punto – concludono - ed è questo che abbiamo condiviso nei frequenti incontri con i rappresentanti delle categorie, non appena avremo a definito la migliore proposta risolutiva dei problemi della mobilità del territorio, busseremo alla porta del ministero delle Infrastrutture che, se fino a questo momento è stato il grande assente nella discussione, almeno questa volta dovrà prendere l’impegno di inserirla tra gli interventi nazionali prioritari e strategici e finanziare l’opera. Dal marzo dell’anno scorso, quando si è verificata l’emergenza per la frana di Camino, più volte abbiamo richiesto un confronto e sollecitato l’intervento del Governo, che però finora non ha mai risposto alle nostre richieste di aiuto, neppure attraverso i suoi parlamentari locali. Scaricare sui Comuni responsabilità che non hanno è comodo, magari per fare un po’ di propaganda politica, ma inefficace per risolvere i problemi ed è giusto che di questo i cittadini vengano informati. Le strumentalizzazioni non ci portano da nessuna parte mentre sarebbe utilissimo cercare di fare fronte comune".
Claudia Iozzelli