REDAZIONE PRATO

Caos 118, la ricetta degli infermieri "Per i casi gravi servono i sanitari"

Chiara presa di posizione dell’Ordine: "I volontari sono preziosi, ma è sbagliato delegare solo a loro"

Caos 118, la ricetta degli infermieri "Per i casi gravi servono i sanitari"

Un intervento meditato, che arriva a qualche giorno dal decesso dell’uomo di 64 anni di Vaiano morto durante le fasi di soccorso, perché "la faccenda non sia letta come una polemica di pancia ma si stimoli un confronto costruttivo". E’ la lunga riflessione che l’Ordine delle professioni infermieristiche di Prato insieme a quello di Firenze-Pistoia ha elaborato intorno al caso del soccorso in Vallata del 29 giugno. "Prima di tutto vogliamo esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia per la grave perdita – si legge nella nota –. Non è intenzione dare un giudizio di merito sull’accaduto, che potrà essere ben valutato nelle opportune sedi". Ciò che ha fatto sobbalzare i rappresentanti degli Ordini sono le dichiarazioni del dg dell’Asl Centro, Paolo Morello Marchese, in un’intervista su canale RTV38 "secondo cui ’un arresto cardiaco è una situazione imprevedibile e l’atto che si effettua lo sanno fare i volontari perché sono preparati e formati per questo. Il medico non può aggiungere nulla al massaggio cardiaco o all’uso di macchinari che sono stati messi in atto’". E ancora: "Se questa posizione fosse plausibile, sarebbe difficile comprendere la scelta della Regione, da noi condivisa, di mantenere professionisti laureati, medici e infermieri, anche in equipe congiunta, sul territorio per gestire casi come questo". Secondo gli Ordini degli infermieri "molti di questi eventi possono essere prevenuti attraverso una valutazione delle condizioni del paziente e l’implementazione delle correzioni necessarie da parte di operatori sanitari inviati sul posto dopo un corretto triage telefonico", spiegano. Quindi, partendo da questo episodio, gli Ordini ritengono "che il sistema di emergenza-urgenza delle nostre aree debba rivedere i propri paradigmi fondamentali". E nella nota si rimarca il ruolo del volontariato: "Tale rete non può prescindere dal prezioso contributo del volontariato, ma non può neanche delegare alle organizzazioni volontaristiche le responsabilità e conoscenze proprie dei professionisti sanitari. Non è possibile delegare ai volontari le prerogative dei sanitari in termini di capacità e possibilità di stabilizzazione dei pazienti". Gli Ordini lamentano la mancanza di "coinvolgimento dei professionisti sanitari nelle scelte organizzative" e per il sistema 118 dell’Area Vasta Centro "non si può non notare come le scelte effettuate negli ultimi anni riguardo i profili di direzione, troppo limitati nella durata, non siano state in grado di garantire una continuità che potesse portare allo sviluppo di una visione coerente per l’implementazione del servizio, specie in un momento di carenza dei professionisti". Il suggerimento è che "le risorse infermieristiche, così come quelle con un medico, debbano essere posizionate in modo strategico sul territorio, con logiche avulse da qualunque tipo di campanilismo". Sull’organizzazione del 118 a Vaiano (oggi con infermiere solo nel fine settimana, gli altri turni coperti dai volontari) "è importante che l’Asl trovi con il Comune le soluzioni migliori affinché l’ambulanza infermieristica presente al momento ’a scartamento ridotto’ raggiunga la piena operatività, almeno per le 12 ore diurne, prima coperte dall’ambulanza medicalizzata". L’auspicio è che la promessa del governatore Eugenio Giani – ambulanza infermieristica a pieno regime – "trovi rapida attualizzazione, nell’interesse dei cittadini che, grazie alla presenza dell’infermiere, avranno un livello di assistenza più alto e potranno veder garantito un maggior livello di sicurezza".