
Caos giudice di pace "Diffida al ministero Senza una risposta faremo ricorso al Tar"
Dal giudizio negativo a due azioni per trovare una soluzione in segutio alla decisione del presidente del tribunale, Francesco Gratteri, di sospendere per il 2023 l’iscrizione a ruolo dei nuovi ricorsi per l’emissione dei decreti ingiuntivi presentati all’ufficio del giudice di pace. Come è noto, il motivo di tale decisione estrema sta nella carenza di personale: attualmente sono in servizio soltanto quattro persone delle quindici previste in pianta organica, secondo quanto previsto dai decreti ministeriali del maggio 2015, con la spada di Damocle di un pensionamento previsto a breve termine. Così il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, presieduto dall’avvocato Marco Barone, insieme all’Aiga- Associazione dei giovani avvocati, alla Camera civile e alla Camera penale, all’Assoutenti oltre ad alcuni avvocati con ricorsi pendenti in sospeso presso l’ufficio del giudice di pace, ha inviato in queste ore una diffida al Ministero di Giustizia perché reintegri la pianta organica del giudice di pace di Prato. Un atto significativo che è stato redatto per conto del Consiglio dell’Ordine degli avvocati e dagli altri aderenti all’iniziativa dall’avvocato Franco Campagni. Una richiesta inviata a Roma e messa nero su bianco. E se non ci fosse risposta da parte del Ministero? "Se entro trenta giorni non avremo alcuna risposta - spiega il presidente Barone - passeremo a fare l’impugnazione davanti al Tar del silenzio-rifiuto del Ministero di Giustizia".
Un atto forte che il Consiglio dell’Ordine degli avvocati ha mandato avanti di pari passo con un’altra iniziativa: una lettera indirizzata al presidente della Corte di Appello di Firenze e al presidente del tribunale di Prato in qualità di coordinatore dell’ufficio del giudice di pace.
Oltre a rappresentare la forte criticità in cui versa il servizio che, con il provvedimento del febbraio scorso del presidente Gratteri di fatto "formalizzava una situazione di totale inoperatività della cancelleria che si era di fatto conclamata sin dall’ottobre 2022", con il documento il presidente del Coa, Barone, fa una richiesta specifica: disporre il trasferimento di un assistente giudiziario in servizio in altre sedi dello stesso distretto della Corte di Appello all’ufficio del giudice di pace di Prato. Un’opzione che è possibile, come riporta la lettera pubblicata sul sito dell’Ordine degli avvocati di prato.
"In base all’accordo sulla mobilità interna del personale giudiziario, quello del luglio 2020 - si legge - si voglia applicare all’ufficio del giudice di pace personale in servizio presso altre sedi del medesimo distretto, a partire da quelle più vicine, risultando impossibile" poter dislocare al giudice di pace "personale in servizio presso il tribunale di Prato, vista la grave scopertura di organico che affligge da tempo anche quest’ultimo ufficio". Un’opzione, che può risultare soltanto un palliativo per tamponare l’emergenza per sei mesi, prorogabile per lo stesso periodo di tempo.
Sara Bessi