Le ricette dematerializzate fanno i capricci, il servizio che garantisce l’elaborazione e l’invio delle prescrizioni digitali vanno a singhiozzo tanto da mettere in crisi sia i medici di famiglia sia i loro pazienti. Un problema con il quale nell’ultimo mese si sono trovati alle prese i dottori di base anche due o tre volte alla settimana con l’exploit di venerdì quando, come segnalato da molti medici, il sistema regionale è andato in tilt creando disagi non solo agli ambulatori territoriali ma anche al normale funzionamento di alcune attività negli ospedali.
Per i dottori si aprono vari fronti di difficoltà: "Il funzionamento a singhiozzo – denuncia uno dei professionisti pratesi – causa molta confusione: si pensa di aver inviato una ricetta e in realtà è rimasta bloccata nel sistema, così che i pazienti sono costretti a richiamare per telefono per segnalare di non aver ricevuto nessun messaggio. E’ quasi impossibile lavorare in queste condizioni, come pure diventa difficile per i colleghi specialisti. Spesso quando succedono certe criticità dobbiamo riscrivere le ricette a mano da consegnare ai pazienti, che debbono venire a ritirarle. O talvolta ci mettiamo a ricompilare le ricette la sera dopo cena, intorno dalle 23 in poi quando il sistema sembra ripartire".
"Quando il sistema delle ricette dematerializzate non funziona si genera un circolo vizioso per cui noi medici dobbiamo compilare le ricette e mano e i pazienti devono venire a ritirarle. Si tratta di ricette rosse che non sono accettate dal cup per appuntamenti e visite – commenta Rosanna Sciumbata, medico di base e presidente della commissione consiliare 5 del Comune di Prato – Un disagio enorme per tutti, medici e pazienti.Il sistema va troppo spesso in tilt: molto probabilmente i soldi pubblici per controllare le ditte che gestiscono le ricette dematerializzate non sono spesi bene".
Un caos che va avanti da troppo tempo e che mette alla prova i nervi sia dei professionisti, che rischiano di incorrere con maggiore facilità in errori e che debbono comunque fare un doppio lavoro riscrivendo le ricette, sia dei cittadini.
Con un ulteriore nodo da sciogliere, per niente banale. "Con la ricetta rossa, unica valida legalmente, perché ricordiamo che la dematerializzata è soltanto un promemoria con i dati che facilita l’ingresso cup con lettura ottica – spiega Alessandro Benelli, segretario della Federazione dei medici di medicina generale di Prato – i cittadini non possono prenotare appuntamenti on line e anche gli operatori del cup non l’accettano. Il motivo? Gli impiegati non vogliono eseguire l’inserimento a mano della ricetta rossa. Se esiste un problema di ordine informatico, finché non è risolto va trovata una soluzione in cui ci si viene incontro. Noi medici la nostra parte la facciamo già, mentre va individuata una risposta anche a livello nazionale". Una presa di posizione condivisa da Niccolò Biancalani, segretario regionale della Fimmg toscana per cui "il rebus sta nelle ricette rosse che debbono essere accettate ovunque".
Sara Bessi