Prato, 28 agosto 2022 - Se Firenze quest’estate ha fatto il pieno di turisti, la città di Prato può dirsi altrettanto soddisfatta con più camere occupate, dal 5 al 20%, rispetto al 2021. Federalberghi Prato, l’associazione che raccoglie la quasi totalità delle strutture alberghiere di Prato e Provincia, esprime "moderata soddisfazione per l’andamento del movimento turistico nel corso di questa estate". "In effetti le presenze – spiega Rodolfo Tomada, presidente di Federalberghi Prato – quasi dappertutto, risultano superiori all’estate 2021, in alcuni hotel in modo rilevante. Dove c’è stata una leggera flessione, è dovuto ad un modesto calo di turisti italiani rispetto all’anno scorso quando le frontiere erano praticamente chiuse. Ma questo boom di turisti italiani non si è fermato. E’ ormai una realtà la tendenza verso la conoscenza dei territori vicini magari anche lungo i Cammini o per mezzo del cicloturismo. Il turismo domestico resta dunque prevalente anche per Prato, sia per visitare Firenze (i nostri hotel sono meno cari e molto comodi) che per coloro, e non sono pochi, alla scoperta di una città come la nostra, che non manca di spunti interessanti".
Oltre agli italiani sono arrivati turisti da Francia, Polonia, Spagna, Germania, Australia e Ungheria con una permanenza media di due giorni. «Mancano ancora i gruppi dall’Estremo Oriente – aggiunge Tomada – che rappresentano il mercato estivo prevalente ma i numeri non sono crollati".
L’elemento che rende Prato appetibile ai turisti è la vicinanza a Firenze grazie al collegamento del treno (tre treni ogni ora e 15 minuti di viaggio da Prato Centrale) e poi tanti hotel, soprattutto i quattro stelle, hanno lanciato molte offerte ma i costi sono schizzati alle stelle e questo preoccupa per il futuro: "Il vero e grande problema – dice Sauro Venturi, manager dell’hotel President – è l’aumento dei costi: acquisto di cibo per colazioni, lavanderia ma soprattutto le utenze, con l’energia elettrica che in estate è sempre stata una spesa alta e quest’anno è andata oltre ogni tipo di previsione; rispetto allo stesso periodo del 2019 il costo è salito del 300%. E’ difficile, anzi impossibile fare preventivi per date future: come faccio a sapere quanto spenderò di riscaldamento a novembre, dicembre e mesi a seguire? Di questo passo è a rischio la sopravvivenza dell’hotel e c’è la reale possibilità di dover sospendere l’attività quantomeno nei periodi di picco del clima e credo di parlare a nome anche di altri colleghi perché la situazione è drammatica per tutti". L’Hotel Il Giglio in piazza San Marco è rimasto invece chiuso tre settimane: "Siamo aperti dal 1969 – dice il titolare Stefano Sadini – e per motivi di salute quest’anno abbiamo chiuso. Noi lavoriamo molto con il Guest House per gli studenti grazie alla ripartenza della New Haven e della Monash, poi con i lavoratori durante l’anno o per i concerti". Intercettare i turisti dell’Europa dell’Est che quest’anno sono stati la rivelazione è l’obiettivo degli albergatori: "Questo dimostra che si può considerare Prato città turistica – conclude Tomada – e per questo dobbiamo ringraziare anche l’amministrazione che ha istituito un assessorato efficiente e molto attivo alla prova dei fatti. Già ai tempi dell’assessore Ciuffo in Regione avevo indicato di guardare all’Europa dell’Est con attenzione. Ciò che ci preoccupa è l’aumento di tutti i costi: l’albergo non è considerato, a torto, azienda energivora ma deve fare i conti con aumenti che superano l’importo dell’affitto".
M. Serena Quercioli