Case, a Prato non c’è un buco libero. Per occupazione siamo primi in Italia

I dati dell’osservatorio dell’Agenzia delle Entrate. Faggi: "Va rifunzionalizzato il patrimonio esistente"

In Italia non esiste una città con un maggiore tasso di occupazione delle case rispetto a quello che può vantare Prato. Nel nostro territorio il 94,2% degli immobili costruiti è abitato dai proprietari o dagli affittuari. Rispetto alla media nazionale Prato si ritrova di gran lunga con una maggiore percentuale di occupazione, basti pensare che al secondo posto c’è Livorno col 90,8% e a seguire Reggio Emilia con l’89,4% di occupazione. A fornire i dati è l’osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, che si è basato sui dati catastali al 31 dicembre 2022 e sul censimento Istat del 2021. Facendo un rapido calcolo, a Prato risultano costruite 83.636 abitazioni residenziali. Quindi gli appartamenti sfitti o disabitati sono 4.850. Numeri che, nonostante il record italiano di occupazione di appartamenti, sembrano altissimi, ma che comunque vanno letti considerando anche che molte di queste case sono fatiscenti o che hanno bisogno di essere ristrutturate. Il numero di abitazioni è in crescita rispetto a dieci anni fa, così come la percentuale di occupazione: in un decennio si registra un +5,6% di crescita. La classifica apre a diverse considerazioni. La prima è che il gap di case popolari rispetto al resto della Toscana si fa sentire, penalizzando coloro che faticano ad arrivare a fine mese. Poi, c’è una spiegazione in più sul perché a Prato sembri quasi impossibile trovare una casa in affitto. Certo, molti la tengono sfitta perché temono la morosità, ma in realtà siamo vicini alla totale saturazione di appartamenti. Il terzo argomento è riuscire a capire quante di queste 4.850 case sono fatiscenti o da ristrutturare: rimetterle sul mercato significherebbe dare risposta a tante famiglie che cercano una differente soluzione abitativa. "E’ necessario rifunzionalizzare il patrimonio edilizio esistente, nell’ambito di un’operazione che tenga lontana ogni forma di speculazione – spiega il vicesindaco Simone Faggi -. Un piano orientato a chi una casa non ce l’ha e che non trova oggi una risposta nell’affitto. L’altro tema è quello delle case popolari: il numero è molto basso e al di là della cinquantina di appartamenti in arrivo, poi non sono previste nuove costruzioni sostanziose. I numeri di coloro che hanno bisogno però sono importanti e una risposta non è più rinviabile".

Sul tema interviene anche Confcommercio. "Siamo davanti ad un fenomeno – commenta Emiliano Lai, presidente Fimaa Confcommercio – che dipende in larga parte dall’espansione del distretto manufatturiero cinese. Quello che ne consegue è una maggiore richiesta di case, tanto in affitto quanto in compravendita. Dal canto loro, i proprietari sanno che tenere un immobile sfitto rappresenta oggi un costo importante...". Secondo l’associazione di categoria "senza una crescita del patrimonio immobiliare ci siamo trovati di fronte a tassi di utilizzo dell’esistente vicini al 100%. È una situazione di saturazione – conclude -, che adesso ha raggiunto il suo apice e deve essere governata tramite un urgente confronto tra decisori pubblici e privati".

Stefano De Biase