Si torna a parlare di Pecci in Regione. Si è svolta ieri mattina l’audizione in commissione Controllo del presidente della Fondazione Lorenzo Bini Smaghi e del direttore Stefano Collicelli Cagol. All’ordine del giorno i conti in perdita del museo e il piano di sviluppo per i prossimi anni. Si è tornati a parlare quindi di cifre: in dodici anni la Regione ha finanziato il Centro Pecci con 10 milioni di euro ed è tornata al centro della discussione la cifra elargita all’ex direttrice Cristiana Perrella per chiudere la causa di lavoro e la causa penale a seguito della denuncia per diffamazione da parte della stessa Perrella nei confronti del presidente del cda Bini Smaghi. La transazione dalla Fondazione a Perrella di 125mila euro ha permesso di chiudere i due contenziosi. Bini Smaghi ha spiegato in commissione "di aver chiuso l’accordo su indicazione dei legali della Fondazione". La cifra spesa, a detta di Bini Smaghi, è stata comunque inferiore a quella che il museo avrebbe dovuto pagare tra contributi e stipendi inquadrando l’ex direttrice come dipendente.
Per il futuro il presidente del cda ha presentato un piano industriale che è stato consegnato ai consiglieri e che prevede anche il coinvolgimento delle scuole oltre alla ridefinizione dei finanziamenti. È emersa una situazione non ancora in equilibrio, ma anche il piano di lavoro per raggiungere un obiettivo ambizioso: tornare ai livelli di presenze prepandemia, arrivando al 50% di finanziamenti pubblici e al 50% di privati entro il 2026. Attualmente invece il rapporto è 70-30.
"A conclusione della seduta ci è stato consegnato il piano industriale, che analizzeremo soffermandoci non solo sugli investimenti, ma anche sulla collocazione logistica del Centro – spiega il presidente della commissione Alessandro Capecchi (FdI) – magari evitando il pig-pong con Firenze e guardando a tutta la Toscana, allargando l’orizzonte sull’intero territorio regionale". Bini Smaghi ha ribadito che "occorre attivare un percorso di coinvolgimento delle scuole, degli adulti, ma anche puntare sull’abbattimento delle barriere architettoniche, sui lavori alla biblioteca tramite i fondi Pnrr, accanto alla possibilità di esportare l’istituzione toscana fuori dai confini regionali e nazionali". Parole che servono a
spiegare anche l’ultimo viaggio in Brasile del direttore Cagol, partito subito dopo i licenziamenti in tronco di due dipendenti. Viaggio che aveva sollevato non poche polemiche.
Massimiliano Riccardo Baldini (Lega), che ha richiesto l’audizione regionale, però non ci sta: "Ci sono numeri modestissimi in termini di presenze, per il 2022 circa 15000 ingressi che hanno prodotto poche decine di migliaia di euro; cifre che confliggono clamorosamente con il notevolissimo sostegno pubblico, costringendo, addirittura, il Centro ad aumentare le giornate di chiusura. L’imbarazzo si tagliava a fette ed è evidente la delegittimazione di questo cda, a cominciare proprio dal suo presidente". L’esponente leghista ha chiesto di effettuare un sopralluogo al Pecci. "Una visita che organizzeremo insieme alla presidente della commissione cultura" (Cristina Giachi, Pd), ha confermato il presidente Capecchi.
Lo scorso 6 ottobre Bini Smaghi e Cagol sono stati ascoltati in commissione Controllo e garanzia del Comune proprio sulla vicenda dell’ex direttrice Perrella. In questo caso però la seduta si è svolta a porte chiuse.
Silvia Bini