Sindaca e impegno per la comunità che rappresenta. È una meta per l’essere donna significativa.
"Rappresentare la propria comunità è significativo per chiunque abbia l’onore di farlo. Per noi donne, ancora oggi, è complicato trovare realizzazione in alcuni ambiti come quello della politica: siamo costrette, sempre e comunque, a conciliare tutta una serie di impegni che gravano maggiormente sulle nostre spalle, dobbiamo sempre tenere insieme la vita familiare e quella lavorativa. Il fatto che il ruolo di una donna che fa politica venga ritenuto particolarmente significativo è il segno che c’è tanto ancora da fare per raggiungere una vera parità di genere".
8 marzo, data ancora importante.
"L’8 marzo continua ad essere una data importante e continuerà a esserlo finché non sarà raggiunta una sostanziale parità di genere. Le conquiste da fare ancora sono molte, i diritti che sono stati conquistati dalle lotte femministe e dalle donne non sono acquisiti per sempre e devono essere mantenuti con la forza dell’impegno. La Giornata resta importante ma deve essere scevra da ogni tentazione retorica sulla figura delle donne e sul loro ruolo nella società".
Donne, un passo in più per sensibilità e attenzione anche nella cosa pubblica?
"Don Milani diceva che senza fatica non c’è speranza. Le donne sono costrette a fare fatica per raggiungere la propria realizzazione personale, o anche per poter dare il loro contributo alla collettività. Questa fatica determina nelle donne una capacità, un’attenzione, una sensibilità e un approccio ai problemi che costituiscono elementi fondamentali nella gestione della cosa pubblica. La nostra capacità di gestire la complessità è un fattore fondamentale insieme alla nostra determinazione, all’impegno e alla capacità di lavoro attraverso il metodo cooperativo. L’Italia potrà fare un vero salto di qualità se finalmente tutti ci renderemo conto che le donne hanno molto da dire rispetto alla gestione della cosa pubblica".
Un traguardo ancora da raggiungere?
"I traguardi che le donne devono raggiungere sono ancora tanti. Basta pensare ai numeri del tasso di occupazione: ci dicono che in Italia siamo 13 punti sotto la media europea. Credo che l’indipendenza economica, la parità salariale, la possibilità di accedere e ai ruoli apicali e dirigenziali sono elementi fondamentali per raggiungere la parità. È ormai ora che nel nostro Paese l’accesso al lavoro, come alle cariche istituzionali, non sia condizionato dal genere ma solo ed esclusivamente dal valore e dalle competenze che una persona, donna o uomo, può mettere in campo".