LISA CIARDI
Cronaca

Il censimento dei cervi. Visore termico, torce e il silenzio del bosco: “Contati 121 esemplari”

Una notte con gli esperti tra strade sterrate e carrarecce in Vallata. Ci sono i tecnici della Regione e degli Atc e venti volontari, tutti cacciatori. Saccardi: “La popolazione degli ungulati aumenta. Monitorarla è importante”

Alcuni dei cervi avvistati (foto Germogli)

Alcuni dei cervi avvistati (foto Germogli)

Prato, 27 aprile 2025 – Si muovono nel buio. E nel silenzio. Là dove il bosco si ferma per lasciare spazio alle radure, le femmine di cervo sorvegliano i cuccioli. Sull’erba alta e sui primi fiori di campo, c’è appena un velo di nebbia che bagna gli steli e gli stivali. Più lontano, ecco alcune sagome nere, praticamente invisibili, se non agli occhi dei più esperti. Ma alla luce dei fari o con l’aiuto dei binocoli a traccia termica, diventano profili nitidi e ben riconoscibili: le orecchie dritte e il muso proteso delle femmine, a fiutare l’aria e il pericolo; i cuccioli rannicchiati nel verde ma anche loro in ascolto. “Qui non vedo maschi” spiega Marco Ferretti, dirigente della Regione Toscana alle attività faunistico venatorie. Poi appunta l’avvistamento: 13 cervi a fonte Guzzano, di cui 7/8 femmine e 5 esemplari più giovani.

Sul Land Rover che percorre strade sterrate e carrarecce sopra Vaiano, ci sono l’assessora all’agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi; Michele Viliani, tecnico incaricato dagli Atc per la gestione del cervo tra Toscana ed Emilia Romagna, uno dei massimi esperti in materia, e a ancora Massimo Taddei, decano degli avvistamenti. Siamo partiti intorno alle 21, dal centro di Vaiano, dopo un rendez-vous con una ventina di altri volontari, tutti cacciatori. Ma stanotte le doppiette sono rimaste sotto chiave, a casa. La caccia è chiusa e chi è qui passerà le prossime ore solo a osservare i cervi, il bosco e gli altri animali che si muovono nell’oscurità. Ci spostiamo verso la località Javello, illuminando a tratti la boscaglia con torce e fari.

A un bivio ecco di nuovo qualcosa muoversi nell’ombra. “C’è un fusone – dice Michele – e ha con un palco con due stanghe appena accennate”. È un giovane maschio, anche se per i non addetti ai lavori è veramente difficile distinguerlo da femmine o giovani esemplari. Che peraltro sono poco lontano: in tutto altri undici cervi. Fra le varie auto si comunica via radio o via telefono, ma è solo a fine serata che si sommano gli avvistamenti. “Ci sono persone che arrivano anche da molto lontano per partecipare – spiega Michele – ma è importante che abbiano le competenze per riconoscere ciò che vedono, in modo da poter fare un censimento più preciso possibile”.

Fra i nostri avvistamenti finiscono anche una decina di cinghiali, un istrice e dodici lepri: per il censimento non servono, ma vengono comunque segnati. All’ennesima curva in mezzo al bosco, il Land Rover si ferma di nuovo all’improvviso. Stavolta è Massimo ad aver visto qualcosa a bordo strada, ma giusto il tempo di spegnere il motore ed è già scomparso. “Era un lupo – dice – aveva il pelo poco folto, forse un esemplare anziano”. Nel bosco però nulla tradisce la sua presenza, mentre in lontananza si stagliano le luci della grande vallata che abbraccia le province di Firenze, Prato e Pistoia.

“Oggi la caccia è spesso demonizzata – spiega l’assessora Stefania Saccardi – ma ha un ruolo fondamentale per gestire la fauna. Siamo di fronte a un aumento importante degli ungulati. Per questo il controllo del loro numero, fatto in maniera monitorata e in base a parametri scientifici serve a mantenere l’equilibrio fra ambiente, agricoltura e attività antropiche”. Verso mezzanotte abbiamo completato il nostro percorso, con un totale di 38 cervi avvistati, benché un filo di nebbia e qualche goccia di pioggia abbiano un po’ ridotto la visibilità. I volontari, complessivamente, hanno percorso 22 transetti e individuato 121 cervi. Il prossimo censimento sarà a settembre, stavolta al suono del bramito.