Ci sarà anche Chechi. Commentatore Rai: "Per vincere è decisivo gestire la pressione"

I consigli del campione agli atleti di casa nostra che saranno in gara "Spero che Prato in futuro sia rappresentata anche in altre discipline".

Ci sarà anche Chechi. Commentatore Rai: "Per vincere è decisivo gestire la pressione"

Ci sarà anche Chechi. Commentatore Rai: "Per vincere è decisivo gestire la pressione"

"Si è posato come una foglia che si arrende all’autunno, rivendicando a sé la grazia del volo". E’ così che il telecronista Andrea Fusco rese omaggio agli ultimi volteggi di Jury Chechi alle Olimpiadi di Atene 2004, prima di un esercizio chiuso con una medaglia di bronzo conquistata da portabandiera a suggellare il ritorno in pedana per la promessa fatta al padre. A vent’anni da allora, il "Signore degli Anelli" andrà acora ai Giochi: commenterà per la Rai le gare di ginnastica.

Vent’anni dal bronzo di Atene e ventotto dall’oro di Atlanta: cosa rappresenta per lei l’Olimpiade?

"Penso che per quasi ogni sportivo, non solo per me, rappresenti l’appuntamento più importante e sentito di una carriera. Ma anche il più difficile, perché si disputano una volta ogni quattro anni".

Lei ha partecipato a due edizioni dei Giochi, saltando Barcellona 1992 e Sydney 2000 per infortunio: quali consigli darebbe agli altleti di oggi, Chiara Tabani, Lorenzo Bruni, Giuditta Galardi e Vittoria Guazzini?

"Di dare il massimo, ovviamente, ma soprattutto di cercare di gestire al meglio la pressione. Poi dipende dalle aspirazioni e dagli obiettivi individuali: anche ai miei tempi c’era chi era già felice di essersi qualificato e chi invece sentiva il peso di dover primeggiare. Magari rischio di apparire impopolare, ma non ho mai gareggiato per partecipare: io volevo vincere e anche per questo probabilmente avvertivo sempre una certa pressione".

A quale delle due medaglie olimpiche è più affezionato? "Ad entrambe. Da agonista direi la medaglia d’oro vinta nel ‘96, che ha un peso specifico diverso perché è comunque quella che spetta al vincitore. Ma ci sono medaglie che, pur non essendo del metallo più pregiato, sono comunque importanti. Ad Atlanta ero nel pieno della maturità, ad Atene arrivai a 34 anni, avendo ripreso gli allenamenti solo l’anno precedente dopo averlo promesso a mio padre. Ecco perché comunque sono molto legato anche a quel bronzo".

La città di Prato può conquistare qualche medaglia in Francia tramite i suoi atleti?

"Spero di sì: non conosco bene Bruni, Tabani e Galardi, ma penso ci siano le premesse per un buon risultato. Mi piacerebbe poi che si allargasse il numero di discipline capaci di portare medaglie olimpiche alla città: sinora sono state praticamente sempre le solite".

La presenza di Guazzini, Bruni, Tabani e Galardi dimostra che il movimento sportivo pratese riesce comunque a produrre elementi di altissimo livello, eppure spesso le società sportive puntano il dito contro l’impiantistica sportiva carente: cosa ne pensa?

"Non voglio dare adito a polemiche, ma è un problema che indubbiamente esiste. Bisogna decidere quale obiettivo raggiungere: posso comprendere che in un momento storico difficile come quello che stiamo attraversando, le priorità di un’amministrazione comunale possano legittimamente essere altre. Investire sullo sport non è semplice in questo momento, ma sono certo che sarebbe un investimento capace di dare i suoi frutti".

Giovanni Fiorentino