Rossella Conte
Cronaca

Fuga dal pronto moda, i cinesi ora comprano bar e tabacchi a Firenze

Gli imprenditori pratesi del tessile puntano verso la periferia nord fiorentina. “Le compravendite con gli asiatici sono aumentate del 25% in pochi mesi”. Tra i preferiti ci sono casalinghi, lavanderie e cartolerie

I carabinieri sono al lavoro per valutare il grado di coinvolgimento delle imprese tessili del Macrolotto Zero che si affidavano ai tre ‘recuperatori’ abusivi

Firenze, 16 ottobre 2024 – Dal Macrolotto pratese alla periferia nord di Firenze fino al centro storico fiorentino. Gli imprenditori del tessile cinese stanno spostando le proprie attività verso il capoluogo toscano. Lo dicono i numeri: secondo la Fimaa, la Federazione degli agenti e dei mediatori immobiliari di Confcommercio, dal primo semestre 2022 allo stesso periodo del 2024 le compravendite e le locazioni commerciali con piccoli imprenditori asiatici sono aumentate del 25%. Negli ultimi 12 mesi, e quindi da quando la crisi della moda ha cominciato a farsi sentire in maniera più prepotente anche sull’indotto, i contratti sono aumentati del 13%. Segno che la zampa del Dragone è ormai sempre più protesa verso la nostra città. E disposta a investire.

Se ormai da mesi a Prato, nella zona di Iolo, dove si trova la maggior parte delle confezioni cinesi, il lavoro è rallentato con meno luci accese di notte e meno carichi-scarichi, sempre più imprenditori stanno guardando a Firenze con un nuovo interesse. D’altra parte i numeri Istat sono chiari: a livello nazionale nei primi sette mesi del 2024 il settore tessile-abbigliamento ha perso il 10,8 % di produzione rispetto all’anno precedente. Da maggio 2022 a maggio 2024 il calo è stato addirittura maggiore: meno 25% di fatturato a livello italiano.

“Parallelamente sono cresciuti i contratti, sia di vendita che di locazione, a Firenze – sottolinea Arrigo Brandini, presidente Fimaa Confcommercio Firenze -, negli ultimi due anni parliamo di un incremento del 25%, una crescita impressionante. Diversi cittadini cinesi, per via delle conseguenze della crisi della moda su tutto l’indotto, hanno lasciato Prato per investire in città”. Secondo la rete delle agenzie Tecnocasa Firenze, invece, una trattativa di attività commerciali su tre è con cittadini cinesi.

“Le prime compravendite riguardavano soprattutto negozi di parrucchieri e sartorie, a seguire il food e negli ultimi due anni sono aumentate vertiginosamente le acquisizioni di bar-tabacchi, soprattutto in centro. Di solito gli imprenditori che comprano attività fiorentine tendono a mantenere il personale italiano” sottolinea Tommaso Birignani, consulente rete Tecnocasa Toscana. Che aggiunge: “Io stesso qualche anno fa ho assunto un’agente nata a Firenze ma cinese di origine”.

Tra gli immobili commerciali preferiti ci sono, infatti, negozi di parrucchieri, lavanderie, bar, alimentari, cartolerie, casalinghi e informatica. A crescere maggiormente l’interesse commerciale per il centro storico, seguito dal Quartiere 5, dal Quartiere2, dal Quartiere 3 e dal Quartiere 5. Un altro aspetto che emerge dall’approfondimento Fimaa Confcommercio Firenze riguarda la tipologia di contratto: fino a due anni, il 90% di chi voleva aprire un’attività a Firenze lo faceva affittando il locale e solo il 20% con l’acquisto delle mura. Oggi il rapporto è cambiato: l’80% firma una locazione, il 20% è disponibile a comprarsi l’intero immobile.

Un fenomeno che si spiega anche con la spinta alla regolarizzazione del lavoro che ha favorito l’accesso al credito agevolando quindi gli acquisti. Stefano Marchetti, presidente Confai Firenze (associazione degli agenti immobiliari di Confartigianato Firenze) e titolare Rinascimento Immobiliare, conclude: “Dall’ultimo anno la domanda della clientela cinese è crescente, soprattutto per quanto riguarda bar e tabacchi. Come zona per la propria attività preferiscono il centro mentre per il residenziale la zona Nord”.