REDAZIONE PRATO

Cinesi sempre in aumento Italiani, il calo inesorabile

Nel 2021 in media quattro orientali in più al giorno. In flessione gli altri stranieri. Oltre un residente su cinque ha più di 65 anni, fra gli immigrati solo il 3%

Nel secondo anno della pandemia la popolazione di Prato diminuisce, anche se lievemente. Perché calano vistosamente gli italiani e crescono con altrettanta evidenza i cinesi. I dati sono ufficiali: l’anagrafe del Comune, al 31 dicembre scorso. I residenti in città sono 194.312, lo 0,25 per cento in meno rispetto al 31 dicembre di due anni fa. Negli ultimi dodici mesi, almeno secondo i registri del Comune, si è assistito a un doppio e quasi speculare fenomeno. I cittadini di origine italiana sono diminuiti di 1.440 unità, pari in media a quattro residenti al giorno. I cinesi, invece, sono cresciuti di 1.392 residenti: sempre in media sono 3,8 al giorno. Anche la popolazione straniera è aumentata, ma solo di 900 persone: gli orientali quindi crescono, le altre comunità mediamente diminuiscono. Qualche numero. Gli italiani sono scesi per la prima volta da anni sotto quota 150mila: i residenti sono 149.805, a fine 2020 erano 151.197. Il tasso di natalità cala, quello di mortalità aumenta: lo scorso anno 2.704 decessi in dodici mesi, un record assoluto. Nel 2020 erano stati 2.469, nel 2019 in era precovid 2.130.

I cinesi hanno invece raggiunto quota 27.829 e sono il 14,3% della popolazione. C’è da ricordare che i residenti sono una parte degli immigrati che vivono a Prato: a questi vanno sommati i cittadini regolari ma non iscritti all’anagrafe e naturalmente i clandestini, non quantificabili per definizione. Gli stranieri nel complesso sono invece 44.507 e rappresentano il 22.9% dei residenti, la quota più alta fra le città italiane capoluogo di provincia. Dopo i cinesi, la comunità più numerosa è quella albanese: i residenti sono 3.814, in un anno 235 in meno, con una flessione del 6%. In calo anche i rumeni, in tutto 3.220 (due terzi dei quali donne), ma un centinaio in meno rispetto al 2020; sono infine stabili i pakistani a quota 2.162 e in flessione i marocchini (sono 1.372, 65 in meno). Una diminuzione così generalizzata nelle comunità straniere è certamente da imputare anche agli effetti indotti della pandemia, alle minori opportunità di lavoro e alle maggiori difficoltà negli spostamenti. Ragionamento che per i cinesi vale fino a un certo punto, vista l’ormai stabile presenza in città, con radici consolidate nel tessuto economico. Infine, molto rilevante per gli scenari futuri il dato sull’età dei residenti a Prato. Il 26.6% dei cinesi ha meno di 18 anni e solo l’1.2% ne ha più di 65. Le quote non cambiano molto se si considerano tutti gli stranieri: 24.2% di minorenni e 3.6% di over 65. Cambia tutto invece se i dati sono quelli della popolazione complessiva, quindi italiani più immigrati: il 16.4% ha meno di 18 anni e il 22.2% ne ha più di 65. Ovviamente sotto il peso dei pratesi italiani.

Anna Beltrame