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Lo scioccante risultato dell’autopsia: la casa è bruciata solo dopo il decesso della 60enne di Prato. La neuropsichiatra infantile Pisano del Meyer: "Ai primi segnali di disagio mentale bisogna intervenire".
di Lisa Ciardi
FIRENZE
"Nel caso dei disturbi psichiatrici, la vera sfida non è solo il trattamento, ma la costruzione di un efficace percorso di prevenzione". A spiegarlo è la dottoressa Tiziana Pisano, neuropsichiatra infantile, responsabile della Struttura semplice dipartimentale Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale Meyer Irccs di Firenze.
Quanto sono diffuse le forme di disagio psichico?
"Negli ultimi anni, il numero di bambini e adolescenti con disturbi della salute mentale è aumentato significativamente, come segnalato dall’Oms già prima della pandemia. Anche gli accessi ai pronto soccorso per emergenze psichiatriche tra i 10 e i 17 anni erano in crescita, con un +30% circa. Col Covid-19 questa tendenza è peggiorata in modo esponenziale. A livello globale, come dimostrano i dati di Unicef, un adolescente su sette soffre di problemi di salute mentale, ma molti casi restano non diagnosticati e senza cure adeguate".
Quali le patologie più frequenti?
"Abbiamo osservato un aumento significativo dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, ma la vera sfida in termini di prevenzione è evitare che si arrivi a urgenze ed emergenze psichiatriche. È fondamentale intervenire precocemente per ridurre il rischio di crisi acute che richiedano ospedalizzazione. Durante l’adolescenza possono emergere condizioni critiche come ideazione suicidaria, autolesionismo e psicosi, che necessitano di assistenza immediata. Anche disturbi d’ansia, dell’umore, aggressività auto/eterodiretta e anoressia in fase avanzata possono compromettere il funzionamento psichico e sociale".
In che modo una famiglia può accorgersi di un disturbo?
"Spesso si osservano modificazioni del comportamento sia in ambiente famigliare che extra famigliare. Tra i segnali più comuni vi sono alterazioni nel ritmo sonno-veglia e nelle abitudini alimentari, con un’attenzione crescente al controllo del peso e alla forma corporea. A livello emotivo e relazionale, maggiore irritabilità, predisposizione e fascinazione per le sostanze. Inoltre, possono emergere atteggiamenti aggressivi, una ridotta considerazione dei diritti altrui e una minore capacità di provare senso di colpa, compromettendo le dinamiche interpersonali e il rispetto delle regole sociali".
Cosa occorre fare?
"Rivolgersi al pediatra o al medico di famiglia e poi allo specialista Npi (neuropsichiatra infantile) del servizio territoriale che aiuterà a tracciare il percorso diagnostico terapeutico più idoneo".
Ci sono indizi di un possibile esito violento?
"Gli atteggiamenti aggressivi di cui abbiamo parlato prima e una riduzione dell’empatia con un’aggressività che può essere impulsiva o predatoria. Quest’ultima appare calcolata e intenzionale, priva di rimorso e senso di colpa".
Quali step seguire?
"Il trattamento deve essere multidisciplinare, integrando interventi farmacologici, psicologici ed educativi. Indispensabile il coinvolgimento attivo di famiglia e scuola, affinché il percorso di cura sia più efficace possibile e favorisca un miglior adattamento del ragazzo nel suo contesto. Solo attraverso interventi precoci e mirati è possibile ridurre drasticamente i casi più gravi, prevenire complicanze ed evitare che i ragazzi sviluppino disturbi cronici in età adulta. Investire nell’età evolutiva significa proteggere il futuro".
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