Le cinque persone che nel 1978 fondarono Emmaus a Prato, alle Caserane, sono diventate oggi oltre cento. In 46 anni di presenza in città, e grazie al coinvolgimento di molti volontari e amici, è cresciuta l’azione concreta a favore di una società più equa e solidale promossa dal movimento. Sei sono attualmente a Prato le sedi dell’associazione: le Rose di Emmaus gestiscono lo spazio più grande in viale Montegrappa, ci sono poi la comunità di Castelnuovo, il laboratorio femminile di Narnali in via Pistoiese, l’Oasi di Emmaus in via Fiorentina, in centro storico la Boutique della solidarietà di via Convenevole e la Libreria di via Santa Trinita. Il metodo di lavoro e di vita è quello tradizionale delle Comunità Emmaus, secondo gli insegnamenti del fondatore, l’Abbé Pierre: raccolta dell’usato, selezione e riutilizzo in una virtuosa economia circolare, in modo che il superfluo di alcuni possa diventare la risposta alle necessità di altri.
Il cantiere e il mercatino solidale dell’usato, dove si svolge il quotidiano lavoro dei comunitari, rappresentano la fonte economica per l’autosostentamento e per la solidarietà della Comunità. "I mercatini e i laboratori promuovono l’esperienza Emmaus attraverso altrettanti centri di raccolta e solidarietà – spiega il sito ufficiale della comunità – con un’attenzione particolare rivolta all’integrazione delle fasce più deboli della popolazione e alla sensibilizzazione in tema di giustizia, ambiente, interculturalità e migrazioni". Ma ora ci sono nuove regole con cui fare i conti.