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Gli ha fatto credere che la bambina appena era sua e gliela ha fatta riconoscere. Poi ha provato a rubargli...
Gli ha fatto credere che la bambina appena era sua e gliela ha fatta riconoscere. Poi ha provato a rubargli tutti i suoi beni facendo leva sul suo "stato di minorata difesa". La donna, 37 anni di origini peruviane, la sorella di lei e un albanese di 55 anni, padre naturale della bambina, sono ora a processo con le pesanti accuse di alterazione di stato civile (reato che prevede pene da 5 a 10 anni), circonvenzione di incapace e sequestro di persona. Vittima un cinquantenne pratese che, come ha accertato la perizia disposta dal pm Laura Canovai (foto), è affetto da problemi psichici, che è stato affidato a un amministratore di sostegno.
L’inchiesta è nata dalla denuncia di una familiare della vittima. L’uomo aveva ereditato diversi immobili dai genitori e viveva degli affitti che percepiva. Una delle due sudamericane frequentava la casa dell’uomo per svolgere i lavori domestici e nel tempo aveva ottenuto la sua fiducia. Nel frattempo aveva fatto in modo che l’altra sudamericana e due albanesi si trasferissero a casa del cinquantenne. La donna riuscì poi a farsi dare la procura per riscuotere gli affitti (circa 27.000 euro) oltre a farsi donare gioielli e soldi per altri 27.000 euro. Secondo quanto emerso, i quattro lo chiudevano in casa con un lucchetto per non farlo uscire. Nel periodo che la sudamericana è rimasta a casa del cinquantenne ha avuto la bambina dall’albanesi e lo ha fatto riconoscere all’ignara vittima. Nel dicembre 2023 quando fu nominato l’amministratore di sostegno, la vittima venne minacciata e presa a schiaffi dall’albanese che gli rinfacciò di averli denunciati e di avergli rovinato la vita.