LAURA NATOLI
Cronaca

Ferì il collega con una mannaia, ventenne condannato a 7 anni. L’orrore fra i clienti del ristorante

Il violento episodio risale al dicembre scorso. Fra i testimoni anche una volontaria della Croce Rossa. L’imputato accoltellò al collo il capocuoco al culmine di una furibonda lite in cucina, poi confessò

Volontari impegnati in un intervento di soccorso (archivio)

Volontari impegnati in un intervento di soccorso (archivio)

Prato, 16 maggio 2024 – Afferrò una grossa mannaia e con quella ferì al collo il capocuoco, suo superiore nella cucina del ristorante "Hao Sushi" di via Cellini. La vittima, per mettersi in salvo, corse nella sala dove c’erano una quarantina di clienti, fra cui una volontaria italiana della Croce d’Oro, che rimasero impietriti vedendo il sangue schizzare ovunque.

Il violento episodio è avvenuto la sera del 15 dicembre scorso all’interno del ristorante a gestione orientale. Il capocuoco, cinese di 40 anni, fu soccorso e portato in ospedale dove si salvò per miracolo riportando una prognosi di oltre 30 giorni. Il collega, suo sottoposto in cucina, venne subito rintracciato dalla polizia e arrestato: si tratta di un pachistano di 24 anni che nei giorni scorsi è stato condannato, in rito abbreviato, a sette anni di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 10.000 euro in favore della parte offesa, assistita dagli avvocati Tiziano Veltri e Stefania Turano. Il giudice per l’udienza preliminare, Leonardo Chesi, ha confermato l’impianto accusatorio della procura che chiedeva per il pachistano una condanna per il reato di tentato omicidio. Il reato non è stato, dunque, riqualificato in lesioni aggravate come avevano chiesto i difensori del pachistano, gli avvocati Andrea Parlanti e Ivan Esposito.

Troppo profonde le ferite e il punto in cui la vittima è stata attinta dalla mannaia: il collo è una parte vitale e il colpo sferrato ne avrebbe potuto provocare la morte.

Il motivo per cui i due hanno litigato con così tanta violenza non è stato accertato.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia che intervenne chiamata dai clienti del ristorante, la lite scoppiò in cucina. Il pachistano, che era al suo primo giorno di lavoro, afferrò la mannaia e la sferrò contro il cinese colpendolo al collo.

L’uomo corse nella sala tenendosi una mano sulla ferita per tamponare il sangue che usciva a fiotti. La volontaria – come raccontò alla Nazione – si adoperò subito per fermare l’emorragia in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Il pachistano, nel frattempo, scappò fuori dal locale rifugiandosi dietro una siepe. Lì fu trovato dalla polizia.

Ammise subito di essere stato lui a colpire il cinese ma senza spiegare i motivi del folle gesto. Il pachistano, che aveva già precedenti per reati contro la persona, venne arrestato e portato alla Dogaia dove si trova tutt’ora recluso.