REDAZIONE PRATO

Collegamenti, zone Apu e Ztl La crisi si batte

La crisi del commercio tradizionale, ed in particolar modo quello che vive o sopravvive nel centro storico, stimola sempre accese discussioni. Definire le cause di tale crisi, presente ormai da diversi decenni non è facile. Si evidenzia una mancanza di parcheggi, il caro affitti, il fisco nelle sue molteplici forme, pratiche burocratiche e commerciali sempre più complicate. Queste alcune delle cause denunciate. Altre più devastanti hanno il nome di Amazon: prezzo, infinita scelta, consegna dell’acquisto in 48 ore. La questione della presenza di zone Apu e Ztl che limitano il traffico e il relativo parcheggio si scontra con un fatto incontestabile: il centro storico di Prato è piccolo. La distanza fra il maggior parcheggio cittadino e piazza Duomo è minima. Il parcheggio di via Arcivescovo Martini è a 5 minuti da Mercatale. La sosta in piazza del Mercato Nuovo è sottoutilizzata, dista dieci minuti da piazza Duomo. Tutti però cercano il parcheggio in piazza delle Carceri o San Francesco. Resta irrisolta la questione di un centro, dove esistono zone Ztl e Apu, in cui non è previsto contemporaneamente un sistema di trasporto pubblico che lo colleghi, nelle ore di maggior presenza, a un’adeguata zona di sosta destinata al parcheggio come subito fuori le mura urbane: piazza dei Macelli, piazzale Ebensee, Ebensee sud. D’altro canto sarebbe interessante e utile concordare, fra le associazione di categoria una calendarizzazione di turni di ferie e orari di apertura e chiusura, così da garantire un’offerta sempre adeguata a cittadini e turisti. Soltanto così, il centro di Prato potrebbe davvero diventare quel "centro commerciale all’aperto" che sta nei desideri dei più, ma che ancora non riesce a svolgere il compito per quale è stato pensato. In un simile scenario, quali chance di sopravvivenza restano dunque al commercio di vicinato? Quella, enorme, di garantire un servizio in più. Un consiglio competente, un’assistenza a lungo termine, un sorriso, una confezione accattivante. Perché la spesa in negozio, a differenza dell’acquisto on line, resta ancor oggi e resterà per sempre un’emozione minimamente paragonabile alla consegna di un anonimo pacco in cellophane da parte di un corriere.

Renzo Ponzecchi

residente del centro