
Colpo alle partite Iva fantasma . In anno chiuse 120 ditte dormienti. Decisivo l’incrocio delle banche dati
Nuovo colpo della Guardia di Finanza per contrastare l’uso illecito di partite Iva fantasma in provincia, riconducibili a imprese dormienti. L’intensificazione dell’attività nel 2023 ha portato al controllo di 423 aziende, con la conseguente chiusura di 120 partite Iva fittiziamente operative nel settore manifatturiero legato alla filiera del tessile, nonché in ambito immobiliare, commerciale e dei servizi. L’attività di analisi, tra cui l’incrocio delle informazioni contenute nelle banche dati in uso al Corpo e della fatturazione elettronica obbligatoria, oltre ai riscontri sul territorio, hanno fatto emergere la non operatività delle attività poste sotto la lente d’ingrandimento fornendo elementi per proporre la loro chiusura ed evitare così il loro utilizzo per finalità illecite. Tra questi l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il riciclaggio ed il trasferimento all’estero di proventi illeciti, oltre all’ottenimento e monetizzazione di crediti d’imposta non spettanti derivanti, a esempio, dai bonus facciate e super bonus 110%. Le partite Iva su cui si sono focalizzate le investigazioni risultavano, dunque, in parte riconducibili a società inattive o cosiddette dormienti in quanto rivelavano l’inesistenza di qualsiasi attività economica nelle tre annualità precedenti oppure a società di recente costituzione per le quali non sono stati forniti dati esatti ai fini della loro corretta individuazione. L’operazione è "finalizzata non solo alla repressione ma anche alla prevenzione dei fenomeni di ditte apri e chiudi, imprese - spesso intestate a teste di legno - il cui utilizzo è strumentale al riciclaggio e al trasferimento all’estero di proventi illeciti".