LUIGI CAROPPO
Cronaca

Commini "Ambizioso per il bene del Prato"

Il presidente biancazzurro racconta il suo piano. "Stadio ristrutturato, conti in ordine e voglia di fare il salto di categoria. E’ la mia sfida"

Commini "Ambizioso per il bene del Prato"

Il presidente biancazzurro racconta il suo piano. "Stadio ristrutturato, conti in ordine e voglia di fare il salto di categoria. E’ la mia sfida"

Vuole lasciare il segno, entrare nella storia dell’Ac Prato, vincere e portare sempre più tifosi al Lungobisenzio. Il presidente Stefano Commini regala entusiasmo e voglia di fare per i colori biancazzurri.

"Quest’anno ho rilanciato ulteriormente, investendo molto di più nel mercato. Questo non vuol dire vittoria certa o classifica importante sicura. Ma rispetto agli altri anni ho visto subito la grinta nei ragazzi, la voglia di combattere sui palloni a Ravenna. A livello di atteggiamento, che in serie D fa la grande differenza, ci dovremmo essere poi le partite sono tante, bisogna farle una per una. Non mi esalto per Ravenna, sono strafelice ma c’è tanto da migliorare e da continuare a fare punti".

Presidente, perché investire nel calcio risorse, fatica, sofferenza, tempo rubato al lavoro?

"Mia moglie me lo domanda tutte le volte che parto per Prato ormai da quattro anni... E’ la passione e una sfida personale perché sono state investite risorse nel Prato. Io ho in mente un progetto per dare alla città di Prato un’infrastruttura efficiente con il rifacimento dello stadio e lasciare, magari tra qualche anno, una società sostenibile portandola tra i professionisti".

Quindi la sua prospettiva si basa su tre punti fondamentali: lo stadio ristrutturato, portare il Prato in serie superiori e mettere a posto i conti in modo che la società abbia sempre una prospettiva credibile.

"Assolutamente sì, sennò non si va da nessuna una parte, bisogna dare una svolta di base a quello che ruota intorno alla squadra".

Il rapporto tra lei e la città?

"Faccio mea culpa perché dovrei passare ancora più tempo a Prato. Detto ciò, questo è il quarto anno, ho cominciato a stringere una serie di amicizie con imprenditori, con professionisti pratesi; sono tanti che mi sostengono. Poi ci sono ancora persone, diciamo, che non mi conoscono ancora bene. Non vedo da una parte della città un sostegno pieno. Sicuramente possono esserci anche gelosie pensando al fatto che io sono un romano che è venuto a Prato a prendere una squadra della città. Alcuni nomi potrebbero vedere in me anche un antagonista, ma non so di cosa visto che io sono venuto a mettere risorse, non a prenderle... Ho una serie di persone che mi sostengono e ce ne sono altrettante invece che fanno finta e vorrebbero vedere il cadavere passare sul fiume".

Forse c’è qualche pregiudizio?

"Forse. Io lascio la porta aperta per tutti però".

Lei e l’amministrazione comunale. Come va?

"I rapporti erano buoni con il sindaco precedente, Matteo Biffoni, grande tifoso. E sicuramente lo saranno con la nuova sindaca Ilaria che conosco già da due anni. Il centrosinistra deve dire sicuramente grazie a lei per la vittoria al primo turno. Io ho buoni rapporti un po’ con tutti. Qui a Prato con la sindaca ho un particolare legame e mi auguro che questo possa portare all’avanzamento di progetti che abbiano il comune interesse tra pubblico e privato".

Lo stadio appunto.

"L’impianto di calcio ha bisogno di tutta una serie di attività complementari: gli uffici, la foresteria, la pizzeria perché il mondo del calcio vive di una serie di introiti e servizi utili anche per il territorio".

Il Lungobisenzio protagonista.

"Con Ilaria ci siamo confrontati più di una volta e devo dire che c’è comunione di intenti. Il Lungobisenzio ha una posizione privilegiata: è al centro della città, è davanti alla stazione... per cui non si può assolutamente pensare di spostare lo stadio. Secondo me sono da ottimizzare gli spazi che ci sono. Con la sindaca ci vedremo presto. E ci sarà la curva coperta come hanno chiesto i tifosi durante la presentazione delle nostre squadre".

I rapporti con la tifoseria?

"I tifosi che in questi quattro hanno seguito la squadra sono tra le persone più sincere che io abbia conosciuto: loro sanno che io ci sto mettendo risorse e sto cercando di fare bene: è chiaro che se vinciamo sono contenti e quando si va male mi contestano. Però loro sanno della mia onestà intellettuale, me l’hanno sempre riconosciuta".

Prato, città di imprenditori.

"Se Prato come squadra e come città vuole fare il salto di qualità deve avere un tessuto imprenditoriale che all’unisono supporta la propria squadra di calcio. Molti dicevano: quando va via Toccafondi, che ha fatto per anni quello che doveva fare, allora noi investiremo. Toccafondi è andato via e si sono affacciati in pochi, altri cominciano a dire quando andremo in serie C supporteremo il Prato, la verità qual è? E’ che Prato è una città industriale con 200mila abitanti; la differenza tra una città come Prato e un’altra citta di 30/40mila abitanti la fa il supporto che la città e il tuo tessuto imprenditoriale danno alla squadra... Modena è una città che ha 200.000 abitanti come Prato, ha un tessuto industriale, è similare per il prodotto interno lordo. Ebbene Modena è in serie B... Bisogna remare tutti dalla stessa parte per raggiungere obiettivi non occasionali".

Settore giovanile e scuola calcio. Il Prato con la sua presidenza gli ha ridato forza e struttura.

"Noi stiamo tra Mezzana e San Giusto che ci ospitano e ringraziamo. Finalmente quest’anno abbiamo fatto il primo passo prendendo il campo di Grignano per una nostra piccola casa. E’ operativo, il prossimo anno faremo il sintetico. Lì c’è la nostra scuola calcio e si allenano anche allievi e giovanissimi ogni tanto. E’ un primo passo che ci aiuta".

Rapporti con la Zenith, a parte la sfida in serie D. Potreste un giorno mettervi insieme per operare al meglio nel settore giovanile e per la prima squadra?

"Secondo me gli obiettivi delle società sono diversi a livello di prime squadre. Sulla gestione dello stadio non ci sono problemi per l’utilizzo condiviso. Io non ho mai avuto proposte dalla Zenith su altri aspetti, è un tema che potremo affrontare nei prossimi anni. Sono aperto a sinergie, ascolto tutti".

La sua presidenza del Prato: un traguardo o una fase di vita o un’esperienza da album dei ricordi.

"Voglio lasciare il segno, non sono proprietario del Prato tanto per sopravvivere... avrei speso meno per mantenere la categoria. Io sono un ambizioso, anche se in silenzio lavoro per raggiungere gli obiettivi. E’ una sfida che vorrei vincere intanto salendo di categoria. E poi nessuno ci può dire dove arriviamo. Certo è, ripeto, che se la città di Prato vuole qualcosa in più deve remare dalla stessa parte".