REDAZIONE PRATO

Commissione alluvione: "Allerta e prevenzione è urgente cambiare"

Parla la presidente Tozzi alla vigilia della conclusione dei lavori regionali "Piani comunali di protezione non aggiornati, stop consumo di suolo". Il ruolo fondamentale dell’Autorità di bacino "spesso non coinvolta".

Parla la presidente Tozzi alla vigilia della conclusione dei lavori regionali "Piani comunali di protezione non aggiornati, stop consumo di suolo". Il ruolo fondamentale dell’Autorità di bacino "spesso non coinvolta".

Parla la presidente Tozzi alla vigilia della conclusione dei lavori regionali "Piani comunali di protezione non aggiornati, stop consumo di suolo". Il ruolo fondamentale dell’Autorità di bacino "spesso non coinvolta".

Mesi di intenso lavoro: audizioni, ricordi e analisi, foto e video. La Commissione regionale di inchiesta del consiglio toscano sull’alluvione del novembre 2023 è alle ultime battute. Presto la relazione finale firmata dalla presidente della Commissione Elisa Tozzi.

Un lavoro proficuo con decine di incontri e relazioni approfondite. Un quadro interessante emerso dai lavori al fine di intervenire efficacemente sul territorio ferito e sempre fragile.

Presidente Tozzi, il lavoro della Commissione regionale d’inchiesta sull’alluvione del novembre 2023 volge al termine. Soddisfatta del lavoro svolto sotto la sua guida?

"Molto soddisfatta. Politica e tecnici non si sono negati alle domande e agli approfondimenti, abbiamo sentito tutti coloro avessero elementi utili a fare chiarezza su cosa successe in quei giorni drammatici".

Inizialmente la richiesta di istituire la commissione fu accompagna da polemiche. Ora si può dire che era necessario un approfondimento da parte del consiglio regionale per conoscenze condivise e trasversali, senza divisioni di appartenenze?

"Sì. Ho voluto impostare così il lavoro, senza preconcetti di parte. Era doveroso ascoltare tutti per farsi un’idea chiara dell’accaduto. Il lavoro della commissione non è fare processi politici, è approfondire e poi riuscire a dare suggerimenti affinché eventi del genere non si ripetano".

La commissione ha ascoltato tecnici, dirigenti, sindaci, associazioni e cittadini. Un lavoro meticoloso che offre un quadro completo?

"Dal presidente Giani, ai sindaci dei territori colpiti, dall’assessore Monni fino ai dirigenti di protezione civile, difesa del suolo, consorzi di bonifica, autorità di distretto, passando per i comitati dei cittadini. Abbiamo voluto sentire tutti i soggetti coinvolti. In sei mesi di lavoro abbiamo svolto 39 audizioni, acquisito contributi scritti, studiato le relazioni della protezione civile e dei commissari. Il quadro oggi si avvicina ad essere completo".

Quali sono i punti deboli emersi nella prevenzione del territorio?

"Il lavoro della commissione deve ancora concludersi con l’adozione della relazione finale. E’ evidente però che sistema di allertamento e manutenzione del reticolo minore siano ambiti in cui in futuro ci si dovrà muovere in maniera diversa da quanto fatto in passato".

E quali sono quelli relativi la gestione dell’evento alluvione?

"Gli eventi meteo avversi, se di questa portata, sono sempre difficile da gestire. Certo che è impossibile farlo bene quando non hai Piani di protezione civile adeguati al Piano di gestione del rischio alluvioni".

La procura pratese ha messo in evidenza appunto il mancato aggiornamento del Piani di Protezione civile dei Comuni in particolare di Prato e Montemurlo. Lo avete scoperto anche nelle audizioni della Commissione?

"Il nostro lavoro e quello della procura viaggiano su due canali diversi. Non sta alla politica trovare colpevoli. Voglio ribadirlo. Il problema dell’inadeguatezza dei Piani di protezione civile era subito balzato all’occhio della Commissione. Purtroppo i Comuni in regola sono troppo pochi".

L’Autorità di bacino dell’Appennino settentrionale mette a disposizione mappe e conoscenze. Avete ascoltato la segretaria Gaia Checcucci. Dati e materiale utile, spesso non considerato fino in fondo.

"Il lavoro dell’Autorità di bacino è fondamentale per prevenire il rischio alluvioni. Il contributo dato dalla segretaria Checcucci durante i lavori della commissione è stato fondamentale. Dispiace che sia emerso che spesso l’autorità non viene abbastanza coinvolta nella programmazione. Riceve in ritardo i dati sugli eventi alluvionali necessari ad aggiornare le mappe e non sempre viene ascoltata sulla valutazione dei progetti prioritari per la prevenzione, penso per esempio all’investimento voluto dalla Regione sul cosiddetto Mose di Firenze che, in assenza del completamento delle casse di espansione a monte, secondo l’Autorità, potrebbe aumentare i rischi per le zone a sud della città come l’Osmannoro, l’aeroporto e la Piana".

Si può incidere sul rischio idrogeologico sul territorio. Quali raccomandazioni arrivano dalla Commissione?

"Le raccomandazioni arriveranno alla conclusione dei lavori, ma credo che dal quadro fatto emerga la necessità di rivedere il sistema di allertamento, così come quella di mettere in condizione i Comuni di aggiornare celermente i propri Piani di protezione civile. C’è poi il grande tema del consumo di suolo: io sul punto ho presentato anche una proposta di modifica statutaria. Dobbiamo smettere di cementificare, soprattutto nelle aeree a rischio".

Luigi Caroppo