SILVIA BINI
Cronaca

Commissione antimafia. Il dossier Prato a Roma. Nuove audizioni e una proposta di legge

I lavori proseguiranno nella capitale: FdI impegnata per inserire, a livello normativo, la protezione dei testimoni stranieri che denunciano. Rando (Pd): "Serve prendere un impegno con tutte le istituzioni".

Alcuni membri della commissione antimafia venerdì a Prato (Attalmi)

Alcuni membri della commissione antimafia venerdì a Prato (Attalmi)

Dopo la visita della Commissione parlamentare Antimafia a Prato, che per la prima volta ha fatto cadere un tabù riconoscendo in modo bipartisan la presenza e l’operatività della mafia cinese nel distretto industriale, l’attenzione si sposta ora su Roma, dove nei prossimi giorni inizierà un nuovo ciclo di audizioni.

Come anticipato dal presidente del Comitato sulle mafie straniere Pietro Pittalis (FI), per iniziare saranno ascoltati i rappresentanti degli organismi impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata all’interno del distretto della Corte d’Appello di Firenze, che comprende anche il territorio pratese.

"Martedì siamo a Roma e decideremo il tipo di lavoro da impostare e come organizzare il ciclo di audizioni. La visita di venerdì a Prato è solo l’inizio – spiega la deputata pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta –. Attiveremo attraverso il comitato una serie di azioni che seguirà questo percorso e riferirà alla Commissione". Del resto la visita in città della Commissione Antimafia è già stata di per sé un fatto eccezionale, visto che sono rare le occasioni in cui è la stessa commissione a spostarsi direttamente nelle verie città. Cosa che qui è avvenuta, a riprova, se ce ne fosse stata necessità, del fatto che Prato non è una città qualunque, ma un distretto tessile di importanza europea afflitto "da un vero e proprio sistema mafioso di matrice cinese, radicato nel tessuto economico e sociale locale", come è stato certificato venerdì sia dai parlamentari di centrodestra che da quelli di centrosinistra.

"Quella a Prato non è stata solo una visita, continueremo a mantenere alta l’attenzione perché siamo consapevoli che serve prendere un impegno con tutte le istituzioni per contrastare la criminalità e le infiltrazioni nell’economia - interviene Enza Rando, senatrice Pd e componente della Commissione antimafia-. La Procura è da troppo tempo sotto organico, ci attiveremo che siano assicurate risorse e personale nel più breve tempo possibile. Dopo aver ascoltato le autorità impegnate sul fronte della legalità siamo ancor più consapevoli che serve un’alleanza che coinvolga le imprese sane, i sindacati, i professionisti e le istituzioni, a tutti i livelli, per contrastare le illegalità diffuse e lo sfruttamento del lavoro". Un ciclo, quello romano, che potrebbe anche incidere su iniziative legislative concrete. La Porta, annuncia la volontà di andare ad intervenire, - come è stato fatto con le normative sulle cosiddette ditte ’apri e chiudi’ che hanno permesso di rendere i controlli più efficaci - a livello legislativo. Il tema della protezione dei collaboratori di giustizia stranieri è tutt’altro che secondario. Nelle maglie dello sfruttamento lavorativo, della tratta, del riciclaggio e dei traffici illeciti, la collaborazione degli insider potrebbe essere decisiva per scardinare un sistema opaco e tentacolare. "Stiamo lavorando per rafforzare la protezione dei cittadini stranieri che decidono di denunciare situazioni di sfruttamento legate alla criminalità - riferisce La Porta -. Allargare la protezione personale ai pentiti stranieri, anche di origine orientale, cosa non facile sulla quale gli uffici giuridici e immigrazione del nostro partito stanno lavorando per portarla in parlamento. Decideremo se procedere con una proposta di legge o inserire la misura in un decreto".

Meno concreta la possibilità di aprire una sezione distaccata della Dda, Direzione distrettuale antimafia, sostituita dall’ipotesi di creare un pool di magistrati e polizia giudiziaria da affiancare ai magistrati pratesi sui singoli casi. La decisione non spetta alla commissione. "Abbiamo informato l’esecutivo delle carenze attraverso diverse interrogazioni parlamentari", aggiunge La Porta che negli ultimi mesi ha presentato almeno cinque interrogazioni sul caso ’China Truck’. Sarà poi il governo a valutare se sia il caso di istituire un pool di magistrati specializzato. L’appello all’unità arriva dal segretario dem, Marco Biagioni: "Dal Pd, a tutti i livelli, registro la massima attenzione su Prato. Vorrei che la stessa attenzione ci fosse anche da parte del governo sui tanti dossier aperti, dallo stato degli uffici giudiziari agli organici delle forze dell’ordine, alla Dogaia, alla Questura, agli ispettori del lavoro. Nelle prossime settimane come Pd metteremo in campo iniziative specifiche, anche parlamentari, su diversi fronti, dalla lotta alle mafie a quella contro lo sfruttamento". Il lavoro della Commissione dunque continua. Il dossier Prato sarà oggetto di un’attenta osservazione. Roma, adesso, è chiamata a fare il passo successivo.

Silvia Bini