La sentenza del Tar di novembre che aveva decretato il legame indissolubile e indivisibile fra la collezione della Galleria degli Alberti e l’omonimo palazzo in centro a Prato, sembrava avere scritto la parola fine alla guerra a colpi di carte bollate sulla collocazione dei 142 dipinti e sculture. La collezione, secondo il Tar, ma anche secondo Sovrintendenza e ministero dei Beni culturali, deve restare a Prato. E invece in questi giorni è arrivato il colpo di scena. Perché la liquidazione coatta amministrativa della Banca Popolare di Vicenza non si arrende di fronte alla sentenza della giustizia amministrativa toscana e vuole ricorrere davanti al Consiglio di Stato. Tanto da avere già notificato al Comune di Prato l’atto di appello contro la sentenza del Tar. Di fatto i liquidatori della BpVi vogliono fare decadere il vincolo fra la collezione e il palazzo degli Alberti, potendo così riportare a Vicenza i capolavori di Bellini, Lippi e Caravaggio, per poi venderli al miglior offerente.
Della collezione fanno parte la Crocifissione del Bellini, dipinti su tavola del ‘400 e ‘500, opere di scuola toscana del ‘600 e una serie di sculture del pratese Lorenzo Bartolini, oltre a dipinti di Caravaggio (‘La Coronazione di spine’), Santi di Tito e Filippo Lippi (‘Madonna col Bambino’). "Il Comune di Prato ha sempre difeso l’esistenza del vincolo in ogni sede con l’aiuto del suo staff legale e farà altrettanto in questa occasione", annuncia l’assessore Simone Mangani, che poi invita gli Amici dei Musei a costituirsi in giudizio a sostegno delle ragioni del Comune e della Sovrintendenza: "Sono sicuro che anche in questo caso saranno nostri partner in questa lunga battaglia".
L’associazione pratese Amici dei Musei, rappresentati in giudizio dall’avvocato Mauro Giovannelli, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato (oltre naturalmente al Comune) si erano costituiti nel procedimento davanti al Tar, ottenendo ragione. "Continueremo a combattere a fianco della città per difendere la collezione di palazzo Alberti" annuncia il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Franco Bini. "Quelle opere sono stata acquistate per i pratesi e rappresentano un pezzo dell’identità del territorio. È indiscutibile il loro legame con Prato e con la comunità locale, per questo continueremo a sostenere la battaglia che ha visto impegnata l’intera città a partire dall’associazione Amici dei Musei".
Dal Comune non manca una stoccata alla liquidazione coatta amministrativa della Banca Popolare di Vicenza: "L’ex BpVi non si arrende di fronte all’evidenza – conclude Mangani –. Storici dell’arte e professionisti di altissimo profilo, da Isabella Lapi a Diana Toccafondi, hanno dimostrato la natura e la consistenza del vincolo fra la collezione e il palazzo degli Alberti". Sdb