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Con Omicron 5 bisogna giocare d’anticipo Invito ai medici: "Prescrivete gli antivirali"

Aquilini (Santo Stefano): "Solo così possiamo evitare la gran parte dei ricoveri. Interazioni con altri farmaci? Non sia un ostacolo"

L’impennata del numero dei casi positivi dovuta alla variante Omicron 5 produce inevitabilmente effetti sull’ospedale. Tanto che la scorsa settimana al Santo Stefano sono stati aumenatti i posti Covid, passati da 22 a 36 con l’aggiunta di letti nelle bolle all’interno di reparti misti dove pazienti ordinari stanno insieme ai contagiati. Come andare in aiuto dell’ospedale? "Il supporto potrebbe arrivare dai farmaci antivirali", risponde Donatella Aquilini, direttore di malattie infettive del Santo Stefano. "Così si eviterebbe una eccessiva pressione sul pronto soccorso e eviteremo la gran parte dei ricoveri. La prescrizione degli antivirali è in carico ai medici infettivologi e ai medici di famiglia e da un paio di settimane anche ai colleghi del pronto soccorso", spiega Aquilini. "Anche se sarebbe meglio che l’indicazione partisse già dai medici del territorio per evitare la pressione sul dipartimento di emergenza urgenza. Ovviamente gli antivirali non sono per tutti, ma riservati ad alcuni pazienti che rispondono a determinate caratteristiche e devono essere somministrati entro cinque giorni dalla comparsa dei primi sintomi, non da quando ci si fa il tampone e questo risulta positivo". Più precisamente, a chi possono essere somministrati? Soprattutto a soggetti over 65 anni, a coloro che hanno patologie particolari come immunodeficienza di vario tipo e anche a quelle categorie di pazienti che erano già state indicate per la terapia con le monoclonali (dunque persone con insufficienza renale, problemi cardiovascolari, pazienti con patologie tumorali in atto). Aquilini non ha dubbi sul fatto che gli antivirali vadano prescritti quando il paziente risponde ai criteri stabiliti dalle linee guida. "L’antivirale più usato ed efficace è il Paxlovid, prodotto da Pfizer. Ma va fatta attenzione perché contiene una molecola che influenza gli effetti di altri farmaci, per cui va fatta una verifica sulla possibile interazione farmacologica. Un limite comunque facilmente gestibile visto che ci sono farmaci che si possono interrompere momentaneamente per consentire di effettuare la cura con Paxlovid, le cui principali interazioni sono note ed indicate in una puntuale scheda tecnica. Insomma, la possibile interazione fra farmaci non deve essere un ostacolo per prescrivere gli antivirali", rassicura Aquilini.

Fra le varie pillolie antivirali c’è anche il Lagevrio (Molnupiravir) di Merck Sharp & Dohme, "un farmaco vantaggioso per le persone che non possono usare il Paxlovid, in quanto non presenta particolari interazioni con altri farmaci". Infine, quali sono gli effetti collaterali che possono verificarsi dopo l’assunzione di Paxlovid? "Alcun persone - conclude Aquilini - lamentano una sensazione di amaro in bocca, alcuni hanno nausea, astenia o disturbi gastroenterici, ma si tratta di situazioni che si superano rapidamente". Le pillole anti-virali vengono consegnate dalla farmacia dell’ospedale, se prescritte dai medici ospedalieri, o dalle farmacie territoriali con le prescrizioni dei medici di famiglia.

Sara Bessi