Con Pamat le classi come tribunali. I legali e i giudici sono i ragazzi

Al centro del progetto la promozione dell’uso consapevole dei social network e la lotta al cyberbullismo

Con Pamat le classi come tribunali. I legali e i giudici sono i ragazzi

Con Pamat le classi come tribunali. I legali e i giudici sono i ragazzi

Pamat, l’associazione attiva da oltre trent’anni per la prevenzione e il contrasto dell’abuso sui minori, continua a essere in prima linea per far conoscere i principi e i diritti tutelati dalla Costituzione, promuovere l’uso consapevole dei social network e combattere il cyberbullismo. Lo fa, in particolare, attraverso il progetto "Io ci credo", dedicato ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio pratese. Quest’anno hanno partecipato al progetto quattro istituti con oltre 400 studenti. Per la prima volta sono stati coinvolti anche i genitori con alcuni incontri informativi sull’uso dei social network allo scopo di favorire un’educazione digitale. Significativa l’adesione del Comprensivo Statale Filippo Mazzei di Poggio a Caiano, che ha visto la presenza di oltre 150 ragazzi delle sette classi di terza media. In alcuni casi gli spazi delle classi sono diventate aule di tribunale dove i ragazzi si sono trasformati in giudici, avvocati e pure imputati in processi simulati, molto vicini alla realtà. Come le classi terze delle sezioni C e G dell’Istituto Mazzei, con le insegnanti Francesca Capecchi ed Elisabetta Celotto che sono state impegnate con la simulazione di processo penale dedicato a una singolare vicenda di diffamazione online. In entrambi i casi, il processo si è concluso con la condanna dell’imputato. Un drappello di avvocati-volontari di Pamat si è impegnato in diverse scuole. Del gruppo fanno parte Andrea Di Gregorio, Elena Casavecchi, Michele Verrucchi, Francesca Sbragia, Annalisa Ballerini, Irene Cecchi, Carlo Ciabatti, Maria Lucarini e Stefano Nanni. Il progetto "Io ci credo" ha uno schema ormai consolidato. È previsto un primo incontro riguardo i principi fondamentali e i diritti di libertà tutelati dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo. In questa fase viene affrontato anche il tema dell’uso corretto e consapevole dei social network. Si passa poi alla fase di laboratorio - preceduta da un incontro propedeutico sui principi generali del processo penale - che viene dedicata alla simulazione di un caso giudiziario di diffamazione online realmente accaduto.