
Fabia Romagnoli
Prato, 17 marzo 2025 – Due giorni in allerta rossa: un’esperienza per Prato inedita, con piogge torrenziali, esondazioni possibili anche se poi fortunatamente circoscritte, frane e smottamenti, limitazioni delle attività incluse quelle produttive. Tutta la nostra solidarietà a chi ha subito danni, nella consapevolezza che comunque poteva andare molto peggio. Il 14 e 15 marzo non sono stati giorni qualsiasi per Prato e i comuni circostanti: abbiamo temuto una replica del dramma del novembre 2023. Da questa esperienza escono promosse le grandi opere, dallo scolmatore dell’Arno (lontano da noi, ma importante per tutti i toscani proprio per gli effetti di sistema), alle casse di espansione. Non altrettanto si può dire di altri due fattori: il coordinamento e l’attenzione puntuale per il territorio, nella cui gestione sono impegnati, con una grande frammentazione di competenze, Genio civile, Consorzi di bonifica, Province, Comuni, Regione e per alcuni aspetti anche i privati stessi.
Il coordinamento delle valutazioni da effettuare e delle misure da assumere è lasciato alla buona volontà - difficile da esercitare in momenti così concitati - delle singole amministrazioni: servirebbero procedure che - nei limiti dell’imprevedibilità delle situazioni, sempre diverse - prevedano una regia complessiva e consentano l’ottimizzazione delle risorse e una comunicazione più univoca verso cittadini e imprese, alle prese con le ordinanze dei vari comuni. Positivi invece l’informazione preventiva e il coinvolgimento delle associazioni di categoria, che ha consentito di avvisare prontamente le aziende delle decisioni che venivano assunte e di dare il nostro contributo nella gestione della criticità.
Quanto alla cura puntuale e continuativa del territorio, abbiamo affrontato questa nuova emergenza con i danni del novembre 2023 solo parzialmente riparati, talvolta anche a fronte di necessità di interventi relativamente semplici; con non chiare pianificazioni e definizioni di priorità nelle misure per la messa in sicurezza del territorio; con pratiche di gestione dell’emergenza talvolta discutibili. E’ centrale il tema della sicurezza idrogeologica. Ed è razionale l’obbligo per le imprese di assicurarsi contro i rischi catastrofali: obbligo che ha l’importante implicazione di imporre alle assicurazioni di coprire anche situazioni che diversamente le compagnie eviterebbero. Ne abbiamo parlato pochi giorni fa in associazione, sottolineando anche i rischi di incremento dei costi delle polizze e le difficoltà di perimetrare coperture pienamente efficaci.
Ma la vera assicurazione contro le catastrofi è la prevenzione. A novembre abbiamo affidato a Enio Paris, professore emerito dell’Università di Firenze e membro del Comitato tecnico-scientifico della Regione per l’alluvione 2023, e all’ingegner David Settesoldi uno studio per la valutazione del rischio idraulico nelle province di Lucca, Pistoia e Prato. Si concluderà a fine anno con i risultati dello screening anche di alcuni dei tratti più critici degli argini del Bisenzio, per individuare le porzioni degli argini che in caso di rottura possono provocare i danni maggiori. I risultati saranno messi a disposizione sia degli enti pubblici sia dei nostri soci. Un contributo che vogliamo dare all’impostazione di nuove e più efficaci strategie di gestione della sicurezza idrogeologica, di cui si avverte il bisogno.
* Vicepresidente Confindustria Toscana Nord