REDAZIONE PRATO

Confindustria Toscana nord. Gozzi tentato dall’incarico a Roma. Lo vuole il presidente Orsini

Il direttore di Ctn è dal 2005 a Prato. Diplomazia, esperienza e abilità nelle trattative. E ora che succede?

Marcello Gozzi, direttore di Confindustria Toscana Nord,. con il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un incontro a Lucca

Marcello Gozzi, direttore di Confindustria Toscana Nord,. con il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un incontro a Lucca

E se la colonna portante di Confindustria Toscana Nord invece di fare una piacevole passeggiata tra piazza San Francesco e via Valentini tra qualche giorno si trovasse in viale dell’Astronomia con sguardo sulla grande Bellezza della capitale e sull’avventura di un nuovo mandato confidustriale in mano al presidente Emanuele Orsini?

Domanda non peregrina e dalla risposta non scontata. Marcello Gozzi, pratese d’adozione, direttore dal 2005 di Confindustria Prato, dal 2013 di Confidustria Prato e Pistoia e dal gennaio 2016 di Confindustria Toscana Nord (Prato,Pistoia e Lucca) è al centro di trattative di altissimo livello per passare a Roma. Tutto merito della sua competenza ed esperienza acquisita sul campo e riconosciuta sia in casa confindustriale che nella istituzioni. Ma non solo: Marcello Gozzi è simbolo anche di capacità diplomatiche e regista di trattative difficili se non di svolte ritenute a prima vista improvvise, come ad esempio lo stop al contratto territoriale dei metalmeccanici tanto per citare una delle ultime vicende che hanno caratterizzato il suo mandato in via Valentini. Gozzi sarebbe stato richiesto dal presidente di Confindustria nazionale e dal suo staff proprio per le sue qualità. A Roma lo aspetta una posizione apicale in viale dell’Astronomia. Va o non va? Si chiedono molti imprenditori del distretto, i suoi amici più vicini, i colleghi di Ctn. Negli scorsi giorni Gozzi è stato nella capitale per analizzare l’offerta professionale che gli è stata proposta. Durante l’estate a chi lo conosceva dava la possibilità di restare a Prato al 60 per cento. Ora la percentuale potrebbe essere cambiata.

L. C.