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Coronavirus, comunità cinese di Prato pensa a quarantena volontaria

Luigi Yu: "Tanti rientrati in questi giorni da Wenzhou, abbiamo cercato un posto per la quarantena ma ci è stato detto che non abbiamo l'autorizzazione per farlo"

Cinesi con mascherine a Wuhan, dove si sono registrati i primi casi del virus (Ansa)

Cinesi con mascherine a Wuhan, dove si sono registrati i primi casi del virus (Ansa)

Prato, 5 febbraio 2020 - Appartenenti alla comunità cinese di Prato avrebbero cercato una struttura per realizzare una quarantena "volontaria" dei propri connazionali rientrati ultimamente dalla provincia di Wenzhou, area da cui provengono gran parte degli orientali che vivono nella città toscana e dove è stato disposto l'isolamento per il coronavirus. È quanto ha riferito il segretario dell'associazione cinese in Italia 'Wencheng' Luigi Yu, secondo il quale sono tanti i cinesi rientrati negli ultimi giorni da Wenzhou.

"Abbiamo cercato di chiedere alle istituzioni una mano per poter affittare un posto o degli appartamenti dove mettere insieme in quarantena le persone che sono tornate da lì - ha riferito Yu, che vive e lavora a Prato - ma ci è stato spiegato che la comunità orientale non aveva l'autorizzazione per fare questo. Così ora le persone che sono tornate sono a casa e ci rimarranno per almeno 15 giorni".

Il Comune di Prato però smentisce e in una nota precisa: "L'amministrazione comunale di Prato non ha mai ricevuto la richiesta di immobili, case, alberghi o altro da destinare ai cittadini in arrivo dalla Cina. Tale richiesta tra l'altro non avrebbe alcun senso dal momento che le circolari ministeriali italiane non prevedono periodi di isolamento per chi già è rientrato né arrivi dalla Cina nelle prossime settimane. Il sindaco plaude alla decisione del ministero di controllare tutti gli arrivi con voli internazionali. Sottolineiamo inoltre che l'amministrazione si interfaccia solo con le istituzioni competenti, quali la Regione, la Prefettura e il Consolato".

Ma l'intenzione della quarantena volontaria è confermata da altre fonti. "Non abbiamo il numero preciso delle persone che sono tornate", ha spiegato Renzo Berti, direttore del dipartimento della prevenzione della Asl Toscana centro, rispondendo ai giornalisti. "Abbiamo saputo - ha aggiunto - che c'era stato il tentativo da parte di alcune persone cinesi di affittare una struttura ricettiva allo scopo della quarantena: il proprietario dello stabile, comunque, ci ha assicurato che non era nelle sue intenzioni farlo".