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I malati di coronavirus anche all’Hotel Flora

Trenta camere per i pazienti dimessi dall’ospedale. L’Asl rimborserà 31 euro al giorno per ogni degente, fornendo cibo e biancheria

Operatori sanitari (foto Attalmi)

Prato, 16 aprile 2020 - Dopo il San Marco è il Flora a lasciare temporaneamente le vesti di hotel per diventare struttura sanitaria. Sono terminate ieri sera le operazioni di sanificazione delle trenta camere di uno dei più antichi alberghi della città che già da oggi sarà destinato all’accoglienza di pazienti affetti da coronavirus e dimessi dall’ospedale. In base all’accordo sottoscritto con Federalberghi l’Asl pagherà circa 31 euro al giorno per ciascuna camera mentre l’albergatore dovrà assicurare, oltre a luce e riscaldamento, anche l’apertura della reception 24 ore su 24, sette giorni su sette, così da poter consentire l’accesso a fornitori e al personale sanitario dedicato.

Niente cibo: anche i pasti saranno forniti dall’Asl così come la biancheria delle camere che sono state già svuotate degli arredi non necessari per agevolare le operazioni di sanificazione e pulizia. Ai 40 posti letto dell’hotel San Marco, attivati tre settimane fa, ora si aggiungono dunque le 30 stanze dell’hotel Flora, che come molti altri alberghi cittadini era chiuso da circa un mese a causa del drastico calo di visitatori. L’accordo stipulato tra la Regione e Federalberghi prevede una tariffa unica uguale per tutte le camere e le strutture che hanno dato o vorranno dare la propria disponibilità. A Prato sono una decina gli hotel che si sono resi disponibili: tra questi l’hotel Datini, l’hotel Milano, il President e il Luxury per una totale di circa 600 camere.

In totale oggi sono 70 le camere per pazienti affetti da coronavirus che non necessitano delle cure ospedaliere: 40 al San Marco e 30 al Flora che già da oggi potrà accogliere i primi pazienti. Nell’hotel potranno entrare solo il personale, i fornitori autorizzati, gli operatori sanitari e gli utenti comunicati dall’Asl. Nessun altro accesso sarà consentito, né le visite agli ospiti. Alla fine della permanenza, la struttura sarà completamente sanificata senza nessun costo per i proprietari, ai quali verrà consegnata una certificazione.

"Federalberghi è stata tra le prime associazioni a rispondere all’invito della Regione per mettere a disposizione camere da destinare a chi è in quarantena e non può gestire l’isolamento nella propria abitazione", sottolinea il presidente provinciale di Federalberghi Rodolfo Tomada. "In pochi giorni abbiamo raccolto l’adesione di una decina di associati per un totale di circa 600 stanze. In questo momento così particolare gli albergatori hanno mostrato un grande senso di responsabilità. È un momento difficile per tutta la categoria anche perché molte strutture sono in affitto. La convenzione con la Regione non permette certo un guadagno, ci auguriamo che questa emergenza possa fare spazio al più presto ad una ripresa del comparto turistico altrimenti i prossimi mesi saranno molto duri da gestire sotto il profilo economico".

Attualmente in città sono rimasti aperti soltanto tre hotel: "Con la riapertura delle fabbriche – conclude Tomada - potrebbe rientrare un po’ di lavoro anche per il nostro settore". Silvia Bini © RIPRODUZIONE RISERVATA