LAURA NATOLI
Cronaca

Prato, lo choc corruzione. Ascoltato come testimone anche il sottosegretario Silli: “Ho agito in modo trasparente”

Dopo le manette al comandante dei carabinieri, prosegue l’inchiesta: l’ufficiale si era rivolto all’imprenditore arrestato perché intervenisse, tramite il politico, per evitargli il trasferimento

Il procuratore Luca Tescaroli

Il procuratore Luca Tescaroli

Prato, 1 giugno 2024 – Il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli è stato ascoltato ieri in Procura a Firenze come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e accesso abusivo al sistema informatico che ha portato all’arresto del comandante della compagnia di Prato Sergio Turini, dell’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, ad del Gruppo Colle nel settore tessile e del titolare di un’agenzia di investigazioni di Torino Roberto Moretti per corruzione. Dalle indagini è emerso tra l’altro che l’ufficiale dell’Arma si sarebbe rivolto all’imprenditore perché si interessasse, tramite un politico, per evitargli il trasferimento a un’altra sede.

Il politico è il sottosegretario pratese agli Esteri Giorgio Silli, che non è indagato. "Ho risposto alle domande del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dei pm Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petrocchi - ha detto Silli –. Conosco Matteini Bresci come un imprenditore illuminato e capace del distretto, che si è sempre interessato al territorio. E come faccio con tanti altri esponenti delle associazioni di categoria mi sono interessato a una questione che mi aveva sottoposto: ogni giorno mi vengono rappresentate decine di casi. Io in assoluta buona fede mi sono mosso in maniera trasparente".

Silli ha spiegato di aver scritto una mail al comando dell’Arma. In particolare nel testo si legge: "Stante la complessità, sotto molteplici punti di vista, della provincia e della città di Prato, dove io sono cresciuto, nonché la delicatezza del momento di transizione ove anche si attende l’indicazione del nuovo prefetto (allo stato attuale il posto è vacante), avrei la necessità istituzionale di poter contare ancora, almeno per un anno, sulla presenza e sulla collaborazione del colonnello Turini a Prato". Richiesta che non ottenne il risultato sperato in quanto l’Arma replicò che il "trasferimento era indifferibile". Turini avrebbe dovuto prendere servizio a Potenza a settembre. "Non me ne sono più interessato, non era materia di mia competenza", ha concluso Silli.

Intanto continuano a emergere particolari dalle carte dell’inchiesta che coinvolgono "notabili" pratesi, persone altolocate a cui Turini puntava per trarne "benefici". Matteini Bresci, invece, "usava" Turini per ottenere dettagli che di volta in volta gli interessavano: un’indagine su un dipendente, la consultazione delle banche dati delle forze dell’ordine per verificare la posizione di altri imprenditori, informazioni su un altro dipendente che avrebbe lavorato per un’officina nei giorni in cui godeva dei permessi della legge 104. Turini arrivò a inviare il Nucleo ispettorato del lavoro nell’officina. In cambio il carabiniere avrebbe ottenuto un viaggio gratis per il figlio negli Usa, tre bottiglie di vino pregiato e l’interessamento per evitare il trasferimento.

"Le opportunità che ci sono qui eh eh... non ci sono da altre parti. Imprenditori, gente con i denari, denari veri. Un domani con tutte queste persone importanti magari non so, per un figliolo, potrebbe essere utile", diceva Turini al telefono a un ex collega. Negli anni il carabiniere non avrebbe mancato di sfruttare occasioni per avvicinare a sé il maggior numero di imprenditori pratesi e cinesi. "Per esempio la cena organizzata all’interno della Beste in via Bologna (altra importante azienda del distretto) – si legge nell’ordinanza – diventando il punto di riferimento di alcuni notabili, come Riccardo Matteini Bresci". " E’ una cena di gruppo, siamo in 20 – si vanta il carabiniere – si chiama special club, 20 persone tra le più importanti di Prato ". Ne emerge un quadro fosco dove il carabiniere risulta totalmente sottomesso ai "desiderata" dell’imprenditore che non esita a lamentarsi se le informazioni passate dall’ufficiale non sono precise e tempestive.

Singolare è il passaggio dell’ordinanza dove il gip pone l’attenzione sulla possibile "affiliazione" di Matteini Bresci a logge massoniche e alla possibile adesione "del pubblico ufficiale il quale in questo modo avrebbe completato l’asservimento della pubblica funzione in quanto è noto il giuramento di fedeltà a cui sono tenuti gli adepti". " Te lo sei levato il cappuccio? Perché sennò parli male e non sento ", dice Turini a Matteini. E quest’ultimo: " E’ stata una cappucciata per modo di dire... un aperitivo ". In un’altra conversazione fra i due, Turini dice di aver ricevuto " la mantellina ma di non aver trovato i pantaloni " che Matteini aveva dimenticato.