SARA BESSI
Cronaca

Terremoto corruzione a Prato: indagati altri due carabinieri. L’ombra dei poteri occulti

Coinvolti anche il comandante del nucleo radiomobile della città e un appuntato senese. Cellulari e pc al setaccio. Spuntano legami con la massoneria. Da domani gli interrogatori

Da sinistra il tenente colonnello Sergio Turini e l'imprenditrore Riccardo Matteini Bresci

Da sinistra il tenente colonnello Sergio Turini e l'imprenditrore Riccardo Matteini Bresci

Prato, 2 giugno 2024 – L’inchiesta, che ha portato all’arresto del tenente colonnello dei carabinieri della compagnia di Prato, Sergio Turini, per favori ad imprenditori italiani e cinesi - è accusato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico (sdi) - si allarga.

Un terremoto giudiziario che ha sconvolto Prato, andando a colpire non solo l’Arma ma anche il distretto tessile in uno dei suoi protagonisti di sempre, quale Riccardo Matteini Bresci, 66 anni, agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.

Con la medesima accusa giovedì scorso, è finito ai domiciliari anche un investigatore privato originario di Torino, Roberto Moretti, 66 anni, al quale il tenente colonnello sembra che passasse "alcuni lavoretti".

La lista delle persone rimaste invischiate nella modalità di comportamento di Turini non finisce qui. Da quanto emerge, ci sono altri due carabinieri indagati nell’inchiesta di oltre duemila pagine, condotta dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli e dai pm Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petrocchi, e costola di un’indagine ben più ampia della Dda a carico di alcuni imprenditori cinesi. Si tratta di due colleghi, che avrebbero acconsentito alle richieste avanzate loro dallo stesso Turini.

Tra gli indagati c’è il capitano che comanda il radiomobile della Compagnia di Prato. A lui la procura contesta l’omessa denuncia per un fatto avvenuto a gennaio scorso a Prato. In quell’occasione era stato trovato un cinese con un’ascia in mano in strada mentre andava nell’orto. Pare che in quell’occasione Turini si sia adoperato per far passare sotto silenzio l’episodio. In quel frangente Turini avrebbe detto al sottoposto di non fare menzione dell’accetta in quanto l’uomo stava andando nell’orto, "non si trovava in piazza Duomo". Pare che lo straniero fosse il padre di un cinese titolare di una lavanderia.

Guai anche per un secondo militare dell’Arma: un appuntato di Poggibonsi, dove il tenente colonnello Turini ha lavorato per diversi anni, dal 2016 fino al 2021. Secondo la ricostruzione, il carabinieri avrebbe accompagnato il figlio di Turini da una località all’altra a bordo della macchina di servizio. Al militare di Poggibonsi viene contestato il reato di peculato.

Intanto, sono state eseguite perquisizioni, tra cui anche nell’abitazione e nell’ufficio di Matteini Bresci. A casa i carabinieri del Ros avrebbero trovato materiale sulla massoneria, libri e un quadro in particolare. Oggetti che non sono stati sequestrati. I militari sono andati anche in azienda, al Gruppo Colle nel solo ufficio ad uso di Matteini Bresci per ottenere copie forensi di materiale informatico ritenuto di interesse. In particolare il contenuto del computer aziendale e del cellulare di Matteini Bresci sarebbero al vaglio degli inquirenti. "Ha un buon morale, è combattivo e fermamente deciso a difendersi". Le parole dell’avvocato difensore Pier Matteo Lucibello (affiancato dalla collega Monica Sottili) descrivono lo stato d’animo dell’imprenditore ai domiciliari. Nelle ultime ore il Gruppo Colle, di cui è amministratore delegato, ha ribadito più volte la totale estraneità all’inchiesta precisando che è mantenuta la piena operatività dell’azienda. Il Gruppo Colle giovedì aveva rassicurato dipendenti, clienti e fornitori garantendo il normale lavoro .

Intanto per domani mattina è fissato l’interrogatorio di garanzia di Turini, recluso da giovedì alla Dogaia. Sarà sentito in tribunale a Firenze accompagnato dal legale, l’avvocato Giovanni Renna. Gli interrogatori dell’imprenditore Matteini Bresci e del Moretti avverranno nei giorni successivi, mentre è già stato ascoltato Giorgio Silli, sottosegretario al ministero degli Affari esteri, in qualità di persona informata sui fatti (non è indagato). Silli ha spiegato ai magistrati di aver ascoltato Matteini che chiedeva venisse evitato o ritardato il trasferimento di Turini, perché carabiniere importante per l’area pratese: caso che, in buona fede, aveva poi rappresentato al comandante generale dell’Arma.

Sa.Be.