REDAZIONE PRATO

Cortesi, festa per i 90 anni "All’inizio solo una Balilla Doppi comandi, tre marce"

La scuola guida fondata nel 1933 taglia il traguardo con un rinfresco speciale. Adesso avanza la terza generazione di famiglia: "I valori sono gli stessi".

Cortesi, festa per i 90 anni "All’inizio solo una Balilla Doppi comandi, tre marce"

Novant’anni di autoscuola, che stanno scritti nella targa d’ingresso in viale Piave 29 e che saranno festeggiati oggi in sede alla maniera Cortesi, un cognome che sta a significare un marchio di garbo, educazione, gentilezza, ma anche semplicità schietta alla maniera pratese. Un rinfresco stamani con i dipendenti, bottiglia di spumante e una torta, niente candeline perché per celebrare il novantennio si dovrebbe spendere più di candeline che di torta. Era un fine aprile del 1933, allora profumato di peluria e frasami, il cielo terso e una macchina scuola guida che era proprietà del fondatore Cortesi, quando Roberto allora 27enne creò l’autoscuola, oggi rievocata in una primavera stramba come quella degli ultimi anni, senza il profumo della terra, con cieli bassi e grigi che si alternano a spiragli di sole e l’aiuola di piazza San Marco che si tinge di un verde timido scontroso con folate di vento che dalla gola del Bisenzio riempie l’aria di polline malato.

Ne è passato di tempo: dal fondatore Roberto al figlio Riccardo che a sua volta sta passando la mano al figlio Giovanni.

"Vero. Aprì mio padre con una sola macchina Balilla a doppi comandi e tre marce, affari all’inizio così così perché la macchina se la potevano permettere solo i Massai, i Pacini, i Canovai con la Lancia dei benestanti (Aprilia, Appia, Flavia, Fulvia) finché la Casa del Fascio mandò a chiamare mio padre e gli impose regole nuove, in cambio gli avrebbero dato lavoro. In un anno gli allievi furono 500 parte dei quali premilitari in addestramento pagati dallo Stato", racconta Riccardo. Ora l’autoscuola Cortesi viaggia con a favore il vento del ritrovato piacere dell’automobile nuova. C’è stato un moltiplicarsi di autoscuole, dalle 2 di allora alle 25 di oggi, 500 patenti all’anno, nonostante le aumentate difficoltà, prima un esame di 5 minuti ora di almeno 30, molta più attenzione posta alla teoria e al codice della strada rispetto all’importanza maggiore che si dava prima alla tecnologia.

E un occhio particolare alla sicurezza, in maniera che si abbiano sempre presenti le insidie di alcool e droga. Dietro le quinte del messaggio della morigeratezza ancora una volta lui, Riccardo Cortesi con il figlio Giovanni che di prima mattina è già alla scuola guida. Lasci la sede e ti si para davanti il Moore con foro di piazza San Marco nella sua ieraticità in mezzo alle macchine che gli corron d’attorno. Ti vien fatto di pensare che l’automobile è ormai un articolo di vestiario senza il quale ci sentiamo nudi, incerti, incompleti. Non importa cosa c’è sotto il cofano, importa chi c’è dietro al volante, come insegnano alla scuola guida Cortesi.

Roberto Baldi