Prato, 18 novembre 2020 - Dalla fine del mese di ottobre la provincia di Prato è continuativamente al vertice della classifica toscana del rapporto quotidiano fra i contagiati da Covid-19 e la popolazione residente. Un trend consolidato che sostituisce il triste primato delle province di Massa Carrara e Lucca in occasione della prima ondata.
"Osservando il dato epidemiologico siamo convinti che il virus si stia sviluppando maggiormente a Prato perché è la zona più densamente abitata della Toscana, oltre che quella dove si sviluppa una dose massiccia di fabbriche", spiega il direttore del dipartimento di Prevenzione dell'Asl Toscana Centro, Renzo Berti.
"Una volta che il virus ha preso forza - prosegue Berti - si è espanso con questo schema. Osserviamo infatti come nella nostra regione, in questa fase, il contagio risulti più robusto nei grandi agglomerati come Firenze e Prato e si sviluppi poi sostanzialmente lungo le rive dell'Arno". Tuttavia, mentre il territorio provinciale fiorentino si estende anche in zone non densamente abitate, quello pratese conosce una conurbazione senza soluzione di continuità, dalla piana fiorentina sino a Vernio.
Il dato dei postivi al Coronavirs in questa zona è costantemente vicino ai 2mila casi su 100 mila residenti, mentre la media toscana si aggira sui 1,5 mila casi ogni 100 mila abitanti. Il quoziente, secondo l'Asl, non sarebbe dunque frutto di indagini epidemiologiche svolte in maniera differente, tantomeno dipenderebbe dal numero di tamponi effettuati.
Tra i nuovi contagiati della seconda ondata ci sono anche orientali ma specifica Berti, 'è un numero davvero esiguo di persone della comunità cinese di Prato", che pare non essere interessata dal fenomeno in maniera significativa. "Nei giorni scorsi - aggiunge comunque Berti - abbiamo incontrato il console cinese a cui abbiamo chiesto collaborazione per comprendere meglio alcune dinamiche che osserviamo nella loro comunità: ci sono stati forniti mediatori e garanzie di cooperazione".