Prato, 11 marzo 2021 - La decisione (che verrà ufficializzata venerdì) di istituire la zona rossa a Prato sta tutta nei numeri. Numeri difficili, al di là dei tuttologi che pretendono di conoscere una situazione estremamente complessa. Ecco perché il parere di chi è davvero qualificato può essere utile a capire la situazione reale. Nella fattispecie si tratta di Roberto Spighi, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e membro del comitato di crisi dell’Infn dedito all’analisi dei dati covid.
I grafici sono navigabili: facendo doppio click sulla città si isola il dato relativo.
Il primo grafico mostra il numero dei positivi per 100 mila abitanti delle varie province toscane. Il grafico parte dal 1° ottobre in modo da mostrare tutta la seconda ondata. In questa terza ondata, la provincia più colpita è Pistoia (già zona rossa) seguita da Prato, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Firenze, Livorno e Grosseto. Purtroppo Prato è la provincia che mostra la crescita più ripida.
Il secondo grafico è l’indicatore Rt dove si vede che purtroppo 2 province (Grosseto e Prato) sono sopra la soglia di 1.25, mentre le altre sono nella fascia 1.0:1.25. Questo grafico dà una speranza: è vero che i valori di Rt sono alti, ma tutti mostrano un andamento in calo
Il terzo grafico riassume i due precedenti dando una visione di tutte le regioni italiane. E’ riportato il valore di Rt (asse Y) rispetto al numero dei positivi settimanali. La grandezza dei pallini indica l’occupazione delle terapie intensive per la regione (in toscana è 5.58 pazienti in terapia intensiva su 100 mila abitanti) Questo grafico è molto utilizzato per decidere il colore delle regioni. La Toscana è in posizione vicina alle soglie di criticità. Tutte le regioni sopra soglia sono in zona rossa