Cpia, una scuola speciale: "Iscritti da oltre 60 Paesi. Il sogno: una sede nostra"

Festa di fine anno scolastico al Centro provinciale per l’istruzione degli adulti. Pirone: "Le lezioni all’istituto Mazzoni, ma ci servirebbero spazi maggiori". .

Cpia, una scuola speciale: "Iscritti da oltre 60 Paesi. Il sogno: una sede nostra"

Cpia, una scuola speciale: "Iscritti da oltre 60 Paesi. Il sogno: una sede nostra"

Erano circa 200 gli studenti, in buona parte stranieri, che hanno colorato giovedì pomeriggio i Giardini Sant’Orsola, per l’evento di fine anno del CPIA 1 di Prato. Con 1300 iscritti provenienti da 60 Paesi, il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti pratese è fra i più grandi d’Italia. Ciononostante non ha una sede propria e le lezioni si svolgono nelle aule dell’Istituto Mazzoni, oltre a quelle per i detenuti nella Casa Circondariale La Dogaia.

"Da anni cerchiamo una sede nostra – afferma il dirigente scolastico Giuliana Pirone – perché avremmo bisogno di spazi maggiori e più adeguati, avendo anche lunghe liste di attesa per le iscrizioni". Dagli studenti, emergono numerose criticità legate alla mancanza di una sede, come non poter mai utilizzare la palestra per l’educazione fisica, né poter di lasciare in aula il materiale scolastico, ma soprattutto dover adattare gli orari a quelli della scuola ospitante. "La maggior parte delle lezioni si svolge nel tardo pomeriggio, dovendo usare le aule quando non ci sono gli alunni dell’istituto", sottolinea l’insegnante Chiara Cuminatto.

"Soprattutto le donne, che potrebbero partecipare alle lezioni solo quando i figli sono a scuola, chiedono la possibilità di fare i corsi al mattino. Quando lavoravo in un CPIA che aveva sede propria, le lezioni mattutine erano frequentate proprio da donne che spesso non hanno altre opportunità per studiare". Condivisione, Persone, Intercultura e Amicizia: sono queste le parole scelte dagli insegnanti come acronimo alternativo del CPIA, per evidenziare i punti cardine del lavoro fatto quotidianamente per favorire l’integrazione dei loro studenti.

L’evento di fine anno, con laboratori tematici sulle tradizioni e culture dei paesi da cui provengono gli studenti, è stato per molti di loro un’occasione per esprimere i propri obiettivi di vita a Prato. "Da quando studio al CPIA sto imparando l’italiano e sto facendo il servizio civile alla Misericordia", afferma Bobo, che arriva dalla Guinea. "Vorrei diventare vigile del fuoco per salvare vite, perché l’Italia mi ha salvato".

A. C.