Prato, 13 ottobre 2016 - Si è mossa anche la Procura contabile. Un atto più che «dovuto» vista la cifra in ballo. Naviga in acque sempre più scure l’intricata vicenda del Creaf, ex Centro di ricerca sul tessile, che doveva nascere in via Galcianese in un immobile di 9mila metri quadrati dove sorgeva l’ex lanificio Olmi. Un fascicolo aperto da diversi anni – si è scoperto – ma che fondamentalmente era rimasto in un cassetto e che è stato ripreso in mano dalla Procura regionale da poco tempo, dopo l’inchiesta della Procura pratese che, invece, indaga per le ipotesi di reato di malversazione e bancarotta fraudolenta. La Corte dei conti ha contattato i colleghi pratesi per chiedere alcuni documenti che sono stati sequestrati nell’aprile scorso dalla Guardia di finanza in Provincia e nella sede della società. Un mare magnum di atti e documenti nei quali è racchiusa la storia di quei 23 milioni di euro che sarebbero serviti per la ristrutturazione dell’immobile ma che non sono stati sufficienti – nonostante i vari cambi in corsa di progetti – a realizzare il tanto desiderato Centro di ricerca sul tessile, tanto meno il Polo scientifico e tecnologico o il Centro di alta formazione.
Ventitre milioni di cui si sono perse le tracce in oltre dieci anni da quando è stato acquistato l’immobile, a un prezzo totalmente fuori mercato. E’ proprio la compravendita dell’immobile (otto milioni e mezzo dopo che un imprenditore privato l’aveva preso all’asta con cinque milioni) uno degli «episodi» di questa sfortunata vicenda su cui gli inquirenti – titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Lorenzo Boscagli – ha puntato la lente di ingrandimento. E’ stata l’inchiesta pratese ad accendere nuovamente i riflettori della Corte dei conti su un tema che era rimasto in disparte in tutti questi anni, nonostante il primo esposto presentato nel 2012 dagli ex consiglieri provinciali Riccardo Bini, Tognocchi e Mugnaioni. La Procura contabile cercherà di mettere ordine alle carte per capire se c’è stato spreco di denaro pubblico e come sono stati usati i fondi. Un’inchiesta nata dopo la richiesta di concordato in bianco presentato dall’attuale presidente dell’ex Creaf, Laura Calciolari, nell’agosto scorso. La società avrà tempo fino a dicembre per presentare in tribunale un piano di rientro. Piano che si basa soprattutto sulla vendita dell’immobile e sulla cui valutazione le cifre oscillano vorticosamente. Certo è che raggiungere la cifra spesa (23 milioni, non noccioline) sarà davvero arduo. Motivo per cui la Corte dei conti ha deciso di dare un’accelerata all’inchiesta.