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Crisi infermieri, laureati in calo: "I pensionati non saranno sostituiti"

Panci, presidente dell’Ordine pratese, lancia l’allarme: "Ci aspettiamo una flessione del 35,8% rispetto al 2022. La previsione: sono 400 i pensionabili nei prossimi 6-7 anni. "Solo 180 unità potranno essere rimpiazzate". .

Crisi infermieri, laureati in calo: "I pensionati non saranno sostituiti"

Il calo di iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica, lamentato a livello nazionale, è evidente anche in ambito pratese. Come dimostrano i numeri degli ultimi tre anni, commentati dal presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche, Gabriele Panci. Ad oggi il numero degli iscritti all’Ordine pratese è di 1.440. E i nuovi laureati vanno dai 50 del 2020, ai 53 del 2021, ai 41 del 2022 fino ai 17 dell’anno in corso (dato al 30 settembre). "Questi numeri sono da riferire ai tre anni precedenti rispetto all’anno accademico di immatricolazione (esempio laurea 2020, immatricolazione 2017) – dice Panci – Ciò significa che ancora non si possono prevedere le lauree e gli effettivi infermieri che entreranno nel mondo del lavoro". Panci parte dal raffronto dei numeri: "Se confrontiamo il dato massimo del 2021 rispetto all’anno successivo 2022 si nota una flessione del 22,6%. Se, poi, confrontiamo il 2022 con il 2023, abbiamo una flessione del 58,5%. Dato ancora peggiore se confrontiamo il 2021 con il 2023: in questo caso la flessione è del 68%, secondo un dato ancora parziale per mancanza di una sessione di laurea, che si terrà a fine anno. Ma rispetto al 2021 si nota già una flessione sui laureati nella prima sessione pari al 37%". Le aspettative? "Mi aspetto che il dato finale del 2023 si assesti su una flessione del 35,8%, in peggioramento rispetto all’anno scorso". Amara considerazione "con una flessione media delle lauree del 30% circa annuo". In Italia, "quasi un posto su due di quelli messi a bando non è stato coperto. E’ uno scenario molto complesso, dove un paese sempre più vecchio rischia di trovarsi senza i primi custodi della vecchiaia e della disabilità – commenta – . Ma come è possibile che la professione sia diventata poco attrattiva? La presidente della Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche Barbara Mangiacavalli ha dichiarato in viarie interviste che la professione è ancora attrattiva per i giovani ma, purtroppo, il caos organizzativo in cui si trovano a lavorare dopo la laurea, il trattamento economico che non è in linea né con i profili di responsabilità che l’infermiere è chiamato ad assumersi né con la media di altri paesi europei, oltre all’impossibilità di progressione di carriera, fanno sì che ci sia un allontanamento". Un infermiere, all’inizio della sua carriera, percepisce mediamente uno stipendio di circa 1.500 euro al mese; sempre la stessa cifra riceverà all’uscita dal lavoro col pensionamento.

E a proposito, Panci indica che "tra i nostri iscritti, in età pensionabile nei prossimi 3-6 anni, ce ne sono 196 nella fascia 56-60 anni e 95 tra 61 e 65 anni. La fascia tra i 51 e 56 anni conta 269 unità – osserva – Secondo una stima ottimistica al ribasso nei prossimi 6-7 anni potrebbero essere in pensione quasi 400 infermieri: un numero che non potrà essere coperto col trend dei nuovi laureati". Se calcoliamo il reintegro dei nuovi laureati per i prossimi 6 anni, senza tenere presente la flessione delle iscrizioni annue ma prendendo il dato di iscrizione come dato fisso, "si riuscirebbe a coprire soltanto 180 unità rispetto alle 400 pensionabili". Insomma una carenza di infermieri che rischia di incancrenirsi per cui Panci auspica "scelte serie che questo Paese deve aver il coraggio di fare: ne va della salute di tutti noi". Pena un’emigrazione delle nuove leve verso l’estero: "Sono circa 30mila gli infermieri italiani all’estero con un incremento annuo di 3.000-3.500 unità ogni anno. Un infermiere formato costa all’Italia 30mila euro: l’Italia forma infermieri che poi perde, mentre altri paesi fanno tesoro dei nostri ragazzi, li attraggono e se li tengono stretti valorizzandoli economicamente e professionalmente".

Sara Bessi