SARA BESSI
Cronaca

Crisi della moda, gli aiuti: il Decreto ora è attuativo

L’atto dei ministeri coinvolti ha ricevuto il via libera con la copertura finanziaria di oltre 64 milioni di euro: cassaintegrazione per le aziende sotto i 15 dipendenti

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Un primo sostegno chiesto a gran voce dal distretto tessile è ormai alle porte

Prato, 28 ottobre 2024 – L’atteso Decreto legge sulle misure speciali per le aziende tessili sotto i 15 dipendenti annunciate dal Governo è stato finalmente varato e bollinato dalla Ragioneria di Stato che a riscontrato la corretta quantificazione dell’onere recato dal provvedimento e l’idoneità della relativa copertura finanziaria. L’atto unico è del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di quello dell’Università e Ricerca e di quello dell’Economia e delle Finanze. In particolare, l’articolo che interessa il distretto tessile pratese è il numero 2 sotto il titolo ’Interventi urgenti per fronteggiare la crisi occupazionale dei lavoratori dipendenti delle imprese del settore moda’.

Il Decreto Legge conferma le misure di cassaintegrazione preannunciate nei giorni scorsi dal governo anche per il settore delle piccole imprese artigiane, operanti nei settori tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero, nonché conciario. Come già detto, il periodo interessato di cig va dall’entrata in vigore del Decreto fino alla fine del 2024: in tutto 8 settimane di cassaintegrazione.

Le strade possibili per ottenere l’integrazione salariale per le aziende sotto i 15 dipendenti sono due. La prima prevede che il datore di lavoro trasmetta all’Inps, esclusivamente in via telematica, la domanda di accesso al trattamento con l’elenco nominativo dei lavoratori interessati, l’indicazione dei periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa e la dichiarazione di non poter accedere ad altri trattamenti di integrazione salariale già previsti a normativa vigente. In questo caso l’integrazione salariale “è erogata direttamente dal datore di lavoro ai dipendenti alla fine di ogni periodo di paga. Il relativo importo è rimborsato dall’Inps al datore di lavoro o da quest’ultimo conguagliato. La seconda strada interessa il datore di lavoro che, “in presenza di serie e documentate difficoltà finanziarie, può richiedere all’Inps il pagamento diretto della prestazione”. “Le integrazioni al reddito sono concesse nel limite di spesa di 64,6 milioni di euro per l’anno 2024 – si legge nel Decreto – e le medesime sono autorizzate dall’Inps nel rispetto del predetto limite di spesa”.