Crisi della moda, "i brand non girino le spalle al distretto". I sindacati dei lavoratori della filiera hanno manifestato ieri mattina tra le strade del lusso nel centro di Firenze, per chiamare alle loro responsabilità le griffe che operano nel distretto. All’iniziativa erano presenti il segretario generale di Cgil, Firenze, Bernardo Marasco, il segretario di Cisl Fienze – Prato, Fabio Franchi, Leonardo Mugnaini del coordinamento fiorentino Uil. Con loro anche i rappresentanti dei metalmeccanici e degli atipici, per dimostrare che il problema riguarda molte più categorie di lavoratori, per esempio, di quelle ricomprese nei codici ateco indicati da Inps per la concessione degli ammortizzatori sociali al comparto. La moda è in crisi. Lavoratori e sindacalisti hanno volantinato da via Tornabuoni a piazza della Repubblica, passando da via degli Strozzi e dall’omonima piazza. "La crisi è strutturale – ha detto Fabio Franchi (Cisl) - lo diciamo da settembre 2023. E’ una crisi sistemica, c’è bisogno di una risposta sistemica. Bene il tavolo regionale con la suddivisione in gruppi di lavoro, ma attenzione: le grandi aziende stanno andando in cassa integrazione, i subfornitori lo sono già da tempo e qualcuno a cominciato a licenziare tra Firenze e Prato. C’è bisogno di una risposta, non c’è più tempo da perdere. Serve almeno la proroga di un anno per la cassa integrazione, non si può andare con iniziative spot di 4 settimane. E poi va rinnovato il distretto. Non dobbiamo disperdere né professionalità né occupazione".
"Le griffe – ha detto Bernardo Marasco (Cgil) – siano parte attiva in questa trasformazione del distretto e nel contenimento dei licenziamenti che possono esserci, evitando di portare altrove i volumi produttivi. Chiediamo di fare una scelta, inderogabile, sulla legalità di accorciare le filiere di fornitura per evitare fenomeni di dumping all’interno della filiera e di supportare la trasformazione delle aziende che lavorano per loro, in termini di sostegno finanziario, per le crisi di liquidità, ma anche di investimenti, di innovazione, di aggregazione di impresa".
Fabrizio Morviducci