Criticità al Santo Stefano: "Rebus palazzina esterna . Quali reparti ci saranno?"

Pieri (FI) analizza i problemi sia strutturali che di personale del nuovo ospedale. E lancia la proposta di un consiglio comunale straordinario sulla sanità.

"Come capogruppo di Forza Italia ma soprattutto come cittadina credo che le scelte politiche dei governatori toscani (avallate dall’amministrazione comunale) in materia di sanità siano state e continuino ad essere, più che discutibili se non addirittura scellerate. Consapevole ed orgogliosa di alcune eccellenze presenti al Santo Stefano, delle competenze e professionalità di medici, infermieri e personale tutto, non posso non rimarcare ancora una volta, le criticità dell’ospedale. Il Santo Stefano era destinato a fare assistenza per pazienti ’acuti’, ma in carenza di strutture per i cronici ha funzionato e funziona come il vecchio Misericordia e Dolce, con spazi molto inferiori. Negli ultimi 10 anni (giunte Biffoni) c’è stato uno smantellamento pressochè completo dei reparti di eccellenza (ad esempio cardiologia) tante volte decantati dai direttori generali prima del 2014. Non ci sono stanze con un solo posto letto, anche se la normativa regionale prevede che dovrebbero essere il 10%. Il locale di lavoro per il personale è stretto o relegato ad un bancone comune che genera confusione e provoca ingorgo sull’uso dei video-terminali. Lo spazio per il capo sala non c’è. Le stanze per il personale medico sono ubicate al piano superiore rispetto all’area di degenza. Nelle aree terapeutiche per pazienti gestiti in Day-Hospital/Day Service le postazioni per le terapie sono separate da sottili tendaggi o non separate con compromissione della privacy. Per non parlare del pronto soccorso, basta entrarci per vedere una situazione allucinante: una lunga serie di letti o barelle promiscui disposti in parallelo o in serie con totale assenza di privacy e di condizioni igieniche adeguate; tutto il personale costretto a turni stressanti e condizioni di lavoro non idonei all’etica del luogo ed alla sicurezza personale, tanto che sarebbe indispensabile il presidio costante, notte e giorno, da parte delle forze dell’ordine. Il pronto soccorso è diventato il ricettacolo di tutti i problemi sanitari per la mancanza di strutture alternative sul territorio. Infine le sale operatorie: il progetto dell’ospedale ne prevedeva 15, ma quante ne funzionano in realtà? Almeno una di queste è adibita a magazzino. Un alto dirigente regionale definì il Santo Stefano ipertecnologico. L’ipertecnologia è riferita al sistema di informatizzazione delle Asl? Negli ultimi anni non è stato fatto nessun investimento per l’adeguamento dei sistemi informatici. Non mi risulta che esista un sistema online che funga da biblioteca a cui accedere per scaricare lavori scientifici, necessari all’aggiornamento di medici e infermieri. Infine siamo in attesa della nuova palazzina, progettata senza lungimiranza alcuni anni fa, in un luogo che si è dimostrato a grande rischio idrologico. Quali reparti vi saranno ubicati? Come accaduto per l’ospedale, prima si costruisce l’immobile e solo dopo si pensa a come utilizzarlo. Questo favorisce una distribuzione degli spazi affidata a chi? Forse a rapporti di ’amicizia’ ed a cordate di tipo politico? Di questo si deve avere il coraggio di parlare e chiedo un consiglio comunale straordinario, nel quale si possano esprimere critiche e proposte e i dirigenti della sanità rispondano alle tante domande dei cittadini sulla salute".

Rita Pieri

Capogruppo di Forza Italia