La Croce d’Oro può ancora sperare di recuperare i soldi di cui l’ex direttore e due necrofori si erano appropriati ingiustamente. La Corte di Appello di Firenze ha accolto il ricorso presentato dall’associazione, tramite il suo legale Michele Giacco, contro la sentenza emessa dal tribunale civile di Prato che aveva negato la possibilità di rientrare in possesso della somma di denaro (ben 100.000 euro) e l’aveva condannata al pagamento di 25.000 euro di spese legali. La Corte di Appello ha cancellato quella sentenza, ritenendola fra l’altro "carente e contraddittoria", che impediva di fatto alla Croce d’Oro di vedersi riconosciuto il risarcimento del danno subito. L’ex direttore e i due necrofori avevano patteggiato, in sede penale, pene fra un anno e un anno e 10 messi, per truffa aggravata e appropriazione indebita. Fu accertato infatti che l’ex direttore aveva eseguito due prelievi dal conto dell’associazione falsificando le firme del presidente e del vice presidente, mentre i due necrofori facevano le creste sui funerali chiedendo ai familiari dei defunti soldi in contanti. Chiuso il capitolo penale, la Croce d’Oro ha provato a fare causa civile trovando lo stop dopo la sentenza del giudice civile. Adesso la speranza è di riavere indietro quei soldi con un altro processo.
CronacaCroce d’Oro . Il risarcimento è possibile